Nord e Sud - anno XVII - n. 131 - novembre 1970

Dino Cofrance·sco scuola, cogliendo-ne i rapporti sotterranei con la triasformazio 1ne della società e senza preoccuparsi troppo dei lati fo1 lkloristici e sconcertanti di una pro .. testa. È il meto,do usato da Pietro Pio1 vani nell'aureo ìib1 retto· Morte ( e trasfigurazione?) dell'Università ( ed. Guida). Si tratta di una lettura ricchissima di sp-unti teoretici e di impegno moirale e che testimonia le qualità di cuore e d'intelletto di uno studioso che è tra i nomi più prestigio,si del mor.a:do accademico italiano-. « L'università nioderna - scrive - è l'Università nazionale ottocentesca perché è il risultato dì un processo che nella prima 1netà del secolo XIX dà i suoi frutti più niaturi, su un terreno fertilizzato anche dalle estreme ceneri di una civiltà diversa, lentaniente dissoltasi» (pag. 23).. Essa non nasce dall'esperienza universalistica medioevale - r1on è lo Studium po 1sto1 accanto all'Jm .. perium e al Sacerdotium - ma trae le ragioni della sua paideia dai risorgimenti nazionali. Ciò non significa peraltro chiusura ·al mon·do, perché « rispettosa della libertà morale, la nazionalità, nell'Ottocento, ne è rispettata» (pag. 30). La vera armonia, dichi 1ara il Ranke, proviene dalla distinzione e dalla netta formazione. Pur con mille difetti, nel secolo scorso,, l'istituzio,ne universi 1 taria « riusciva ad adempiere le sue funzioni con sufficiente soddisfazione ( ...) per l'omogeneiià sostanziale dei costu1ni, delle abitudini, delle provenienze, delle aspirazioni, conviventi, nella generalità, pur sotto la divi- . sione degli ideali, delle dottrine, delle passioni, degli interessi » (p·agg. 39-40). Nel mutato clima del '900, irivece, la de-localizzazione dell'individuo, la disintegrazione delle antiche co,munità naturali ( che Piovani, beninteso, no•n mitizza, né pro1m11ove ad « età dell'o,ro ») « la circolarità sociale perfezionata e la circolarità geografica accelerata» e da ultimo il « nomadis;no morale » che ne risulta, travolgono la vecchia università « persuasa che nella nazione potesse trovarsi il microcosmo più. idoneo ad ar1nonizzare liberamente le conoscenze formatrici di ognuno ». Osserva con gran,de acutezza Piovani: « Se ricordando un suggerimento di Simmel, bisogna dire che ogni società è un insieme di circoli sociali, a proposito della società in questione bisogna dire che è un'improvvisata federazione di gruppi sociali di varia provenienza: elastici nei tessuti connettivi, ma rigidi in alcune giunture» (p1 ag. 69). In questo modo, così radicalmente nuovo, la violenza con cui ci si accanisce contro un'istituzio,ne che non affonda più le sue radici r1ella vita autentica ·del no1 stro secolo, costituisce un'aporia per la logica rivoluzionaria. La « contestazione », · rileva lo studioso napoleta.no, « presuppone la visio11e ottocentesca degli atenei conze fucine delle classi dirigenti » (pag. 78). Agli ir1:segnanti d'oggi resta l'arduo compito di « riuscire a far scuola consape~oli di dover operare nell'eterogeneità e al di fuori di una tradizione ». Ma è come richiedere un « miracolo didattico ». In ogni modo, non si pt.1ò più « far scuola » come nei tempi andati, perché « una universalità di conoscenze oggettivamente valide in sé e co1ne tali unificabili i;z"un'unità di superiore cultura e di superiore apprendibilità non è ripristinabile nel tempo in cui le più vive tendenze della filosofia possono concordare con Dewey nel sostenere: La conoscenza non è più qualcosa di separato e di sufficiente a S(!, 54 Bibli.otecaginobi~nco

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