Nord e Sud - anno XVII - n. 131 - novembre 1970

I Luigi Compagna. molta se risultasse un po' più o un po' m·eno plausibile della precedente, persino nel oaso che vi rimanessero ancora alcuni dubbi considerevoli». Non vorremmo in,somma che l'effetto della prospettiva scientifica finisse con l'essere quello di stimolare la p-n1denza piuttosto che il coraggio di tro1 vare vaste teorie esplicative, e che lo scienziato politico, nelle sue ricerche, t finisse prigio,niero di uno scetticismo e di un rigore metodologico che, diabolicamente fusi, gli impedireb 1 bero di andare al di là dei dati immediatamente disp·onibili. Sareb,be davvero penoso, p-erché. come afferma ancora Dahl, che dei politologi anglosassoni è forse il più insig·ne, « sembra chiaro che se lo studio della politica non nasce e no,n è orientato da teorie generali vaste, coraggiose, anche se altamente vulnerabili, esso sarà destinato al disastro definitivo di cadere nella ball1alità ». Ma allora? Allora bisogna egualmente aprire la cultura italiana allo sviluppo della scienza politica, ma, paradossalmente, bisogna farlo proprio in base all'opinione di Ben,edetto Croce, tanto bistrattato dalle mode culturali di oggi, ma che non intendeva affatto sancire l'ostracismo alla scienza politi,ca quando affermava che essa era valida solo some scienza em1pirica, e ne definiva i limiti negli stessi termini con cui essi sembrano oggi affermati da Dahl e da altri più ~odati cultori della materia. Si tenga presente ciò e si vadar10 a rileggere serenamente e senza ~aziosità alcune quanto mai attuali pagine di Etica e politica: « L'aspetto nel quale la politica si presenta, l'aspetto nel quale bisogna studiarla perché è il suo prop·rio, non è il divino sorriso dell'arte, o la serenità della sapienza o la debolezza austera della b·ontà; ma tiene del duro e del p-rosaicow La cerchia della politica è qt1ella dell'utilità, degli ·affari, dei negoziati, delle lotte ora insidiose, ora aperte, della forza, c·ome si dice, e della guerra; ·e in qu·esta continua guerra individui e popoli e Stati, linitenti ~ mantenere la propria esistenza, rispettando l'altrui solo in quanto giovi a questa loro pro·pria, e, in ogr.1i altro caso, ascoltando e distruggen-do• l'altrui o renden·dosela soggetta. Ma pure asseren·do e non perdendo mai di vista questa realtà della. politica, conviene staccarsi da un comune errore, che è di staccare l'una dall'altra le forme della vita e d1 ell'attività umana, isolarle e stimare di averle così potenziate e rese più forti e sicure, quando invece si sono recise le radici dalle quali sale in esse la linfa nutritiva. Si respingano le sciocche moralizzazioni ~ella politica; sì_ celeb1ri come genio di verità ~ · con1e il vero fondatore della scienza poli1tica Niccolò Machiavelli; ma non si di,mentichi mai che la politica non è tutto l'uomo e eh-e essa stessa non sarebbe, se non ci fosse l'uomo n1orale. E si ten·ga per falso ap,rio1 ri ogni dissidio che si creda di scorgere tra la politica e la morale, giacché la vit~ politica o prepara alla. vita morale o è essa stessa strume·nto e forma di vita morale. Anzi p·er svolgere con coerei::iza e persi 1stenza la stessa azione p·oli·tica, quale forza vi è maggiore di quella della cosoienza morale,- che la fa s,entire come dovere?». LUIGI COMPAGNA 48 Biblioecaginob_ianco I I I I

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