Editoriale Messe di fronte all'aggravamento progressivo della crisi che ha investito il Medio Oriente, l:e due superpotenze hanno dimostrato di comprendere l'esigenza primaria di ricondurre nell'ambito politico-diplon1a-- tico il confiitto armato fra Israele ed Egitto e la giterra civile nella Giordarzia; e hanno dimostrato, altresì, di saper .avvertire la necessità di adoperarsi ten1pestivamen.te per disinnescare quelle micce cl1e i11cautamente avevano lasciato accendere. Si è perciò diffusa anche e soprattutto in Europa la sensazione che si possa contare sul realismo dell'Unione Sovietica per contenere i rapporti fra Est ed Ovest in itn clinia n1olto più disteso- di quello della guerra fredda; e che, anzi, si possa contare sitl realismo sovietico per quanto riguarda la possibilità di affidare a negoziati costruttivi fra le superpotenze il compito di risolvere tutte, o quasi ti,1,tte,le questioni pendenti e ancora co-ntroverse, da quella della sicurezza europea e delle due German,ie a quella clella pacificazione nel Medio Oriente. U11a sensazione ottimistica, dunque; appena compensata da una generica preoccupazione per la perdurante divisione ed il progressivo indebolimento dell'Eitropa occidentale, onde le sue sempre più ridotte possibilità di azio1ne politico-diplo·matica per garantire la propria sicurezza e per curare i propri interessi quando diventano acute crisi extra-europee che potrebbero insidiare quella o co1npron1ettere questi. Così la Germania confida nelle a1-zcoran.on definite prospettive della Ostpolitik: consapevole di non poter compromettere, per la « comprensione » nei confronti dell'Est, la « collaborazione » e l' « accordo » con l'Occidente; ma consapevolC!: pure che, se il suo contributo all'era del negoziato (il trattato di Mosca) apre delle prospettive, esso non co-1nporta per ora la realizzazion.e _di tali prospettive, ma soltanto ( « nulla di più e nitlla di me110 », ha detto Brandt) « speranze e possibilità », per un verso collegate ai progressi della distensione fra i due blocchi e per un altro verso snaturabili qualora dovessero deteriorarsi quei rapporti atlantici ed europeistici che inquadrano la Germania nell'Occidente e che soli possono garantire contro il rischio di una dégenerazion,e in senso nazionale (o, meglio,. nazio·11al-neutralistico) della Ostpo1itik:. Dal canto suo,· la Francia rincorre la Germania a Mosca e, mentre manifesta il suo velleitario mal~ontento per ogni vera o presunta tendenza degli Stati Uniti alla spartizione con l'altra superpotenza del compito di salva3 . Bibliotecaginobianco
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