.... , Giornale a più voci mondo an:glosassone, oc~upano stabilmente il posto delle nost·re leggi costituzionali. Per il mondo orientale il di'Scorso è invece completamei1te diverso: qui l'esperienza storica ha recisamente negato lo sviluppo dei p1artiti (non certo quello del « partito»), e quindi studenti e lavoratori sono legittimamente autorizzati a pensare che siano proprio e soltanto le organizzazio·ni spontanee quelle capaci di aprir loro le strade della partecipazione e soprattutto della sensibilizzazione politica. Tornando al nostro paese, bisogn·a dunque auspicare che movimento studenitesc·o e movimento sindacale sappiano prendere coscienza del differente ruolo che è loro destinato dal differente contesto storico-politico in cui sono chiamati ad operare, ma bisogna soprattutto che le legittime istar1.ze di partecipazione, per cui la società civile ha oggi portato questi movimenti al centro del dibattito politico, possano trovare ben più valide prospettive di recepimento in quelli che debbono e possono essere, grazie ad una incessante politica di apertura verso l'esterno e di rinnovamento interno, gli t1nici attendibili garanti della partecipazione democratica: i partiti. Partiti che se oggi è consentito collocare al muro del pianto, è più che mai doveroso andare a rectl'perare se non si vuole che al muro, del pianto precipiti la democrazia. Sono i partiti a fare e disfare i destini di una democrazia. Lo sappia la contestazione studentesca; lo ricordi la contestazione operaia; trovino l'una e l'altra la forza, e magari l'orgoglio, per reagire a quella ventata pop,ulistica in cui sembrano oggi disperdersi le loro più nobili motivazioni ideali e le loro più giuste aspirazioni politiche: « perché la insorgenza populistica - ha scritto Nicola Mattet1cci nel saggio con cui ha assunto la direzione della I nuova serie de ' Il Mulino' - col suo attivismo ed il suo volontarismo, con l1a sua p·ropensione ai gran·di mutamenti di massa dal basso, che scavalcano e con.fondono le basi dei partiti, annulla-no le· procedure democratico-costituzionali, con il suo pangiovanilismo e p,ansindacalismo, col fascino, mitico delle parole, è in cont·rasto con un ritorno alla politica, alla vera ed autentica politica, che nelle società pluralistiche deve essere fatta dai partiti, che nei regimi costituzionali deve rispettare la compl·essità delle p♦rocedure e la diversità dei com.piti dei diversi organi dello Stato, che n,elle società indust·ri·ali richiede competenze e conos~enze specialistiche dei problemi, a quella vera e aute11tica politica, che deve avere soprattutto il senso della realtà e della storia perché, senza questo, non si avranno né riforme né rivoluzione, ma solo anarchia e sterili velleitarismi ». La vicenda politica italiana di ques:ti ultimi anni, a volerla comprendere in tutta la sua profondità ed a volerla soffrire in tutta la sua amarezza, va allora inqt1adraita i·n una ·pros.pettiva be11 pi~ ampia che non quella della « lunga notte. dei partiti » e della.« aurora sindacale e studentesca», di cui taluni si compiacciono e di cui a~tri, certo più responsabili, ma forse non meno colpevoli, si preoccupano. · Partendo da una semplice, ma significativa considerazione, che cioè in 45 Bibliot~caginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==