Nord e Sud - anno XVII - n. 131 - novembre 1970

·GIORNALE A PIU' VOCI Il vuoto di cultura e la politica come scienza Rispetto al contesto attuale del mondo occidentale, analizzato nelle sue più valide configurazioni politico-istituzionali, l'Italia si presenta come il paese che maggio,rmente risente della carente o co1nur..q.ue inefficace risoluzione di molti e difficili problemi relativi al proprio assetto istituzionale. Tutto ciò non autorizza, però, a ritenere che, limitandosi ad adoperare più intellige11temente e più n1odernamente quei congegni d'ingegneria co,stituzior1.·alecui l'opinione scientifica suole spesso, e non sempre a proposito, assegnare virtù taumaturgjcl1e, si po-ssa realmente riequilibrare e rilanciare la credibilità di un sistema politico che rischia sempre più di franare, travolto dalle reazioni a catena delle p1 roprie inadeguatezze e delle pr-oprie inadempienze. E questo perché quella che noi oggi stiamo vivendo, più che la crisi politica delle istituzioni, è la crisi etico-politica di chi queste istituzioni avrebbe dovuto alimentare, inserendovi costruttivamente, e r1.on settorialmente, le legittime esigenze ed aspirazioni della società civile. È in- . somma la crisi dei partiti, i quali a questo con1pito sono tutti, più o meno indistintamente, venuti meno, quella che oggi minaccia la crisi delle istituzioni politiche. Le cause di questa crisi non sono da ricercare tanto n.ella degenerazione partitooratica, o magari correntocratica, cui, per un atavico luogo· co1 mune, tradizionalmente diffuso nel nostro paese, e oggi · d'i nuovo in voga, torna lecito attribuire i più dis1 parati mali del sistema politico. Il discorso va piuttosto rovesciato: le ragio,ni più p,rofonde e più inquietanti della malattia politica che ha colpito il paese, •devono essere ricercate, più che nella cosiddetta p•artitocrazia, proprio nel suo contrario: non in un'eccessiva tirannide dei partiti, rr1a nel fatto che essi si sono mostrati, e contirl!uru10 a mostrarsi, assolutamente incapaci di esercitare quello che Vittorio. de Caprariis chiamava « il giusto e necessario im,perio ». Giusto e necessario, perché, come rilevava Giovanni Ferrara nel numero di agosto-settemb,re '69 di questa rivista, lo Stato de1nocratico può esistere e può consolidar~si soltanto grazie ai partiti. E cioè: non è dato di vedere nella storia chi possa altrimenti assolvere quella che deve restare la insostituibile missione storica dei p,artiti e so,ltanto dei partiti: « organizzare il suffragio universale». Ed è dopo avere ribadito questa affermazione, e dopo averla ribadita non per attuare una generica e sommaria difesa dei partiti in quanto tali, ma per porre con ferma con·sapevolezza -le condizioni di equilibrio democratico di un sistema politico, che si può andare a rilevare la gravissima inadempienza storica dei partiti politici italiani e di gran parte della loro classe dirigente, co1 ntro la quale si p·otrebbe tornare a rivolgere il severo « j'accuse » di de Caprariis che già nel '60 parlava di « partiti al muro del pianto». 42 Bibli_otecagi·nobianco •

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