Nord e Sud - anno XVII - n. 131 - novembre 1970

Giulio Piccio{ti -I RAPPORTI coN· LE CHIESE LOCALI. - Anche l'impostazione dei rapporti dell'A.C. con gli episcopati non· può non risentire di questa situazione di squilibrio interno alla Chiesa italiana, poiché l'Associazione nelle sue posizio11i nazionali viene inevitabilmente a trovarsi, rispetto alle singole diocesi, o troppo avanti o troppo indietro. Così, mentre alcuni vescovi possono considerarla un freno ad un rinnovamento già da tempo intrapreso e possono temere t1n'i11gerenza di Roma, altri vescovi possono· non vedere le ragioni di una autonoma partecipazione dell'A.C. alla vita della chiesa locale e vorrebbero l'associazione ancora legata alla « fiduciarietà ». C'è poi l'altra difficoltà della difformità delle strutture e degli indirizzi pastorali delle diocesi. A Napoli, per esernpio, il card. Ursi, la cui nomina f11 salutata come un grande evento, ha esaurito quasi totalmente l'attività della diocesi in un impegno di tipo sociale. A Bologna, diocesi del Presidente della CEI card. Poma, sulla base di una tradizione che porta le impronte di Lercaro e Dossetti, la tendenza è invece spiritualistica, con una distinzione nettissima dell'ambito ecclesiale da quelli sociale e politico. A Torino, col card. Pellegrino, si può dire che le tendenze si foi:idano: mentre è pienamente funzionante un Consiglio pastorale aperto ai vari apporti, si guarda con attenzione alle esperienze pastorali nuove nel seno delle zone operaie e di recente immigrazione. Nel Veneto, dove l'A.C. ha una fortissima presenza, un quarto circa degli effettivi nazionali, la situazione da stagnante che era è oggi in forte sommovimento. Nel Lazio il rinnovamento postconciliare è stato lentissimo e in molte zone inesistente (se si eccettuano le diocesi di Latina e Viterbo, che peraltro non corrispondono al territorio delle due province, poiché il numero dei vescovadi che esistono nella regione è elevatissimo) e in ciò la vicinanza con Roma può non essere stata solo un dato geografico, oltre che storico. Infine in Sicilia, per completare questa sommaria geografia, le esperienze sono diversissime a11che in rapporto al gran nun1ero di diocesi. A Palermo il vescovo Carpino, che recentemente è stato sollevato dall'incarico, sosteneva la volontà dell'A.C. locale di non essere più compromessa da alcun tipo di appoggio politico. Oggi un problema centrale che si pone all'A.C. è quello del rapporto con le effettive struttu~e delle chiese locali, con gli episcopati locali, cui compete le vera autorità e che rappresentano la sede di espressione di quella « comunione » che è sacrificale e a un tempo riflessione teologica, e apporto alla chiesa universale. Che questo sia il problema nodale lo. ha indirettamente rilevato lo 40 Bibli_otecagi·nob·neo \ I I ...

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