., I La scelta dell'Azione Cattolica Gerarchia abbia ad intralciare i movimenti dell'azio11e a cui siete chiamati». Purtuttavia, Paolo VI ha detto che « siamo al principio di una nuova forma di A.C.... siamo, come oggi si dice, al rilancio » . . Il risultato è stato u11a confusione di linguaggio; laddove l'Assemblea aveva cominciato un'opera di chiarimento, e pur lasciando molti problemi aperti si era pronunciata nettamente sul principio primario di ogni ulteriore ricerca, cioè sulla propria autonoma detern1inazione, Paolo VI era riandato ali'« incarico ». (È pur vero che il' Concilio ha parlato di « incarichi >~ particolari che possono essere affidati ad associazioni del laicato, ad esempio per la catechesi, ma tutto il discorso sembra autorizzare l'interpretazione che il Papa si richiamasse al tipo di « i11carico » globale ormai superato dallo Statuto). Comunq11e, almeno per ora, non c'è nulla che lasci pensare che l'A.C. voglia ritirarsi dagli impegni assunti in Assemblea. I RAPPORTI CON LA CEI. - Ci sono i rapporti con la CEI, l'organo nazion.ale dell'episcopato italiano, all'interno del quale ancora oggi vi sono resistenze alle innovazioni sulla linea conciliare, e soprattutto difficoltà a recuperare quel ritardo anche sul piano dell'approfondimento teologico che ha nettamente separato l'episçopato italiano dagli altri episcopati etiropei. Sono in gioco problemi non astratti, ma fortemente pressanti, come ad esempio, quello del rapporto tra le cl1iese locali e Roma, la cui importanza si è vista anche in Italia con la riapparizione recente della figura del « visitatore apostolico » inviato da Roma a sindacare l'operato del vescovo di Ravenna Baldassarri. E ve ne sono di nuovi, sempre sul seme del Vaticano II, i quali toccano temi teologici che hanno profonda implicazione sull'essere della Chiesa nella società contemporanea ed anche aspetti strutturali, come i caratteri e i modi di elezione del Papa, problema che investe il rapporto tra il collegio episcopale, sede di effettiva autorità spirituale che deriva da particolari carismi, e quello più ristretto cardi11alizio. E non si può dire che il non occuparsi di questi problen1i da parte della C~I vanifichi l'esistenza degli stessi. L'A.C. si trova così a partecipare ad una Chiesa italiana nella quale (eccezione fatta per poche diocesi) manca un aperto dibattito sui temi discussi dal resto del mondo cattolico, nella quale in generale gli esperimenti innovatori si fermano a pochi casi subito circoscritti, e nella quale permangono vaste zone di resistenza all'attuazione delle stesse indicazioni conciliari. 39 s·bnotecaginobianco .
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