Nord e Sud - anno XVII - n. 131 - novembre 1970

Alfredo Testi sovente cela una sostanza politicamente e soçialmente conservatrice dal punto di vista degli interessi nazionali. Accade infatti che taluni riveriti agitatori del vessillo autonomistico si facciano consciamente o inconsciamente portatori di una concezione nella quale il potere economico dominante del « tria11golo », i ceti privilegiati del Nord e le collettività locali socialmente più avanzate stringano ·una alleanza per così dire « geografica », intesa a vedere nelle Regioni (o meglio, in una certa distorta concezione del regionalismo) uno strumento più moderno e, quel che più preme, legalizzato per difendere le proprie posizioni di privilegio in termini di livelli di reddito, di modernità dell'apparato produttivo, di dotazione di infrastrutture e di livelli di vita civile. E ciò proprio nel momento in cui - pur fra incertezze, contrasti e gravi ritardi - lo Stato sembra disporsi ad intaccare tali posizioni di privilegio attraverso una più incisiva politica di piano, che deve fondarsi su precisi obiettivi di rieqt1ilibrio e su efficaci politiche di redistribuzione. Inutile forse sottolineare come una tale interpretazione consenta di scorgere quali preoccupanti prospettive possano scaturire dall'affermazione di Bassetti secondo cui « ... le Regioni hanno scelto, sono con i sindacati e i sindacati sono con loro ». Una prospettiva cioè in cui i sindacati non dialogherebbero più - per gli aspetti extrasalariali ed extranormativi - col potere centrale, ma con i poteri regionali, in una situazione in cui i sindacati non mostrano di aver ancora maturato la coscienza di certi grandi ·problemi nazionali e delle responsabilità che anche ad essi non possono non competere, s~ è vero che non più di qualcl1e mese fa, in un incontro a Napoli con la partecipazione di alti responsabili delle tre centrali sindacali, Vito Scalia affermò, col sostanziale assenso dei suoi interlocutori, che il problema dello sviluppo del Mezzogiorno « non è un problema che può interessare il sindacato in quanto tale». Bassetti sostiene che bisogna pervenire a « nuovi equilibri tra Nord e Sud ». Quali siano. questi nuo,,i ·equilibri non è detto, né è detto come un « nuovo senso di unità», diverso da quello « proposto e imposto dallo Stato risorgimentale», possa essere costruito da un sistema politico fondato su regioni economicamente così ineguali e ciascuna portatrice di una propria potestà pianificatrice primaria rispetto a quella dello Stato, di un proprio indipendente potere normativo, di una propria autonoma strategia di alleanze con i gruppi sociali, la cui forza è anch'essa ineguale all'interno delle varie compagini regionali. Per non dire poi dell'assunto secondo il quale la « vera unità 22 Bibnotecagino · neo •

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