.I Da Reggio a Montecatini alleanze politico-sociali su cui quella gestione si è fondata, ha creato dei problemi che lo sviluppo economico del paese impone di risolvere ed aggrovigliato dei nodi che i processi di trasformazione socia1e e di crescita civile impongono di sciogliere o di recidere: e fin· qui l'analisi ci sembra pienamente condivisibile. Ma da questa difficoltà la DC non sembra capace o disposta ad uscire attraverso un rinnovamento radicale dei metodi di gestione del potere e di guida sicura dei processi di sviluppo economico e di crescita sociale:· rinnovamento radicale che dovrebbe passare attraverso quella seria, e rigorosa, e vigorosa politica di piano che non ci pare la DC abbia fatto molto per difendere e portare avanti in questi ultimi anni. Ma anzi, di fronte all'aggravarsi dei problemi, all'accentuarsi delle spinte sociali organizzate ed all'approssimarsi di scadenze qualificanti, si assiste alla proposta disinvolta ed irresponsabile di superare difficoltà, spinte e contraddizioni semplicemente passando la mano alle Regioni, attendendosi da esse un rinnovamento politico ed amministrativo che quelle stesse forze politiche, incapaci di realizzarlo a livello centrale, potrebbero agevolmente conseguire in sede locale. Come se la vita politica e amministrativa degli Enti Locali non avesse insegnato assolutamente nulla. Se dunque la DC è più « regionalista», ad esempio, del PSI, ciò accade perché essa è a nostro avviso meno seriamente interessata alla definizione ed alla rigorosa attuazione di una seria politica di piano nel nostro paese. Politica di piano che, come diremo meglio in seguito, impone con necessità ed urgenza assolute che gli organi legislativi e governativi nazionali non si sottraggano al dovere di assumersi interamente le proprie responsabilità e di definire il quadro generale delle scelte e dei procedimenti di attuazione. Ammesso che possa condividersi il giudizio espresso a Montecatini da un oratore, secondo cui la legge Scelba del '53 sarebbe più «regionalista >~ della legge finanziaria regionale, non ci sarebbe a nostro avviso da scandalizzarsene, per il semplice motivo che nel 1970 è giusto preoccuparsi delle esigenze di una politica di piano che nel 1953 non era ancora all'orizzonte. · Ma vi è un secondo motivo da considerare. Motivo che consiste nel peso che all'interno e sugli orient~menti della DC vanno assumendo i discorsi provenienti da certe forze politiche regionali del Nord. Non è la prima volta che dalle pagine di « Nord e Sud» si segnalano i pericoli e gli equivoci di certo « regionalismo » di marca padana, il quale dietro una facciata di apertura e di rinnovamento 21 Bihl iotecaginobianco -
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