Nord e Sud - anno XVII - n. 131 - novembre 1970

Alfredo Testi dall'altro; da una parte la sempre più ampia constatazione dell'impossibilità di rinchiudersi nel « riserbo scientifico » tradizio11ale, dall'altra il sempre più preoccupato gridare al lupo della « tecno- • craz1a ». 2. Queste poco allegre, ma forse non del tutto ingiustificate note introduttive ci sono state suggerite, oltre che dalla quotidiana esperienza, da un'occasione particolare, costituita dal dibattito svoltosi in seno al convegno di Montecatini, organizzato dal Centro Studi della Democrazia Cristiana, su « La Regione nella fase costituente ». Dei lavori di questo convegno, cui non ha11no voluto far mancare la loro partecipazione uomini di primo piano nelje compagini governative nazionale e regionali, tralasceremo gli aspetti più propriamente giuridici e quelli relativi a temi politici generali (la crisi e la necessita di superamento di una politica regionalistica ispirata a concezioni « garantistiche », il ruolo delle Regioni nell'attivazione e nell'arricchimento di una società ispirata ai principi del « pluralismo », le Regioni come occasione e luogo per la speri-· mentazione di nuove alleanze politiche e per l'accoglirr1ento ed esaltazione delle nuove spinte provenienti dalle classi sociali e dalle organizzazioni che le rappresentano, ecc.). Lasciando ad altri, più preparato e versato di noi, il compito di trattare tali argomenti, ci limiteremo invece in queste pagine ad esaminare e commentare quegli aspetti più direttamente riconducibili alla tematica del ruolo da assegnare alle Regioni nella politica di piano. Diremo subito a questo riguardo che - sia pure ricorrendo in qualche misura ad una sovra-semplificazione - vi è stato uno stacco molto netto tra il tono delle relazioni introduttive ed il tono generale del dibattito che ne è scaturito. Sia nella relazione di Sullo (felicissima per la sintesi storica e per la conseguente spiegazione del quadro istituzi9nale nel quale le Regioni sono venute a. realizzarsi) che in quella di Elia (forse un po' troppo sofisticata e astratta, come del resto qualcuno non ha mancato di rilevare) ed in quella di Graziosi (forse un po' troppo frettolosa e generica) è stato infa~ti possibile riscontrare un acuto senso di responsabilità ed una abbastanza chiara percezione delle esigenze di unità cui, nel dar vita e contenuti ai nuovi poteri regionali, bisogna ispirarsi: ripetuti sono stati infatti nelle relazioni gli appelli ad una « ricerca comune», ad una « collaborazione finalizzata al raggiungimento di grandi obiettivi di progresso e rinnovamento nazionale». 18 Bibliotec~ginobianco • •

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