Le ipocrisie coranico-conciliari tica « pilatesca ». « La Voce repubblicana» e « L'Umanità » hanno sottolineato il carattere storicamente negativo del voto del 4 _novembre al Palazzo di Vetro. In effetti è difficile negare a questo voto il significato di apertura di una fase nuova per il Medio Oriente che .forse si è ancora in tempo a correggere, purché si usi la necessaria energia e la più assoluta coerenza. Dietro la sconfitta politica subìta oggi da Israele e dagli Stati Uniti si preparano già altre battaglie e altri tentativi di volgerle ancora in sconfitta per le stesse parti. È chiaro che una registrazione dell'azione di governo è necessaria (non è ammissibile che la diplomazia italiana continui a contraddire le linee generali della politica estera del centro-sinistra) ma è anche chiaro che, nel dibattito delle forze politiche, bisogna replicare con la massima fermezza ad ogni tentativo di i11terpretare con soddisfazione, nella chiarissima chiave di una fumosa « nuova maggioranza», le contraddizioni o le pericolose aperture sulla « quarta sponda » cui si abbandona la politica estera ufficiale. Questo non è un compito da tradurre in nuovi schieran1enti escl11sivistici tendenti, a loro volta, per eccesso di rigidità, a chiudersi su posizioni di pura, anche se onesta e accanita difesa. Il compito non spetta solo a queste o a quelle forze. È un compito grande che può, fluidamente, distribuirsi all'interno di tutte le forze di centrosinistra. Quando Nenni deplora con tutta la sua grande autorità politica e morale il voto all'ONU, respinge, implicitamente, la soddisfazione che lo stesso voto aveva provocato nei Bertoldi e nei De Pascalis, chiama Mancini a fare i conti con le sue stesse affermazioni (l'intervista a « Shalom » di tre mesi fa, un'aperta professione di appoggio alle ragioni di Israele), chiude la porta all'appello di Natta su « Rinascita » per la formazione, nei fatti, di una nuova maggioranza sulla politica estera, dà spazio al dissenso fermo del PRI e del PSU. Perché è proprio sul terreno della politica estera - dopo analoghi esperimenti su quelli delle tensioni sociali, delle riforme civili ed economiche - che può farsi impuro e pericoloso il clima politico italiano e prepararsi qualche sviluppo particolarmente negativo per la vita del paese. E, nel quadro della politica estera, la questione mediorientale è una cartina di tornasole di particolare efficacia. Le tentazioni conciliari appoggiate alla mania diplomatica del gioco ·« autonomo » e « ~azionale », si incontrano qui con il comunismo stanco o.inefficiente nel suo revisionismo, proiettato al puro accordo di potere senza fare i con~i con i valori storici e 15 Bibnotecag inobianco
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