Nord e Sud - anno XVII - n. 131 - novembre 1970

I Le ipocrisie coranico-conciliari stato l'obbiettivo della risoluzione, allora questa avrebbe dovuto rigidamente indicare in quelle pre-belliche le frontiere « g~uste », (dopo che, proprio per la precarietà e la non definizione for1nale di questi confini, si erano combattute tre guerre). Del resto i britannici, presentatori della risoluzione, richiesti, dopo la sua approvazione, di un'esegesi, confermarono l'interpretazione che logica, politica e cqnoscenza dell'idioma inglese suggerivano. Adesso la situazione è cambiata. La mozione afroasiatica corregge ·questo delicato, necessariamente sofisticato equilibrio politico-verbale della 242 e parla di ritiro « dai » territori occupati. È necessario dire altro per dimostrare lo stravolgimento della volontà del Consiglio di Sicurezza e del sottile bilanciamento di ragioni contrastanti che la sottendevano? Un'altra modifica - anche se più sfumata e ambigua - sta nella indicazione (contenuta al paragrafo terzo del secondo articolo della risoluzione afroasiatica) dei « diritti dei Palestinesi » come « elemento indispensabile all'attuazione della pace ecc. ». Nel 1970 un'espressione come questa, volutamente vaga e allusiva, può dare spazio anche alle tesi più estremistiche della guerriglia palestinese, quelle che prevedono la distruzione dello Stato d'Israele « così ,, com e». Sarebbero dunque questi i « principi generali » che l'Italia non poteva « non condividere » (come si esprime la nota della Farnesina)? O non dovevano proprio quei principi consigliare l'Italia a farsi risoluta animatrice di u11a campagna « contro »? E come mai sono sfuggiti alla diplomazia italiana altri fattori che dimostravano la natura faziosa e partigiana del docun1ento afroasiatico? Il fatto, ad esempio, che fosse stato presentato da un gruppo di paesi la maggior parte dei quali non intrattiene neppure relazioni diplomatiche con Israele; l'impossibilità per Israele di accettare documenti interpretativi della « 242 » senza condividerli; il carattere minoritario del voto (57 paesi a favore su 128 membri dell'assemblea dell'ONU) in stridente contrasto con l'unanimità con cui il Consiglio di sicurezza aveva preso la sua deliberazione del 22 n9vembre '67; lo spaccamento del fro11te necessario alla pace delle grandi potenze (Francia e URSS pro, USA contro, Inghilterra astenuta). E ancora: il fatto che la mozione afroasiatica (a differenza di quella americana e di quella latino-americana per la cui presentazione pure l'Italia si è battuta) ignorasse le cause della rottura della tregua di agosto, cioè.l'avanzamento dei missili sovietici sul Canale. E ancora: la gra, 1e omissione di qualsiasi ~ccenno alla durata sine 13 Bibl'iotecaginobianco

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