Ennio Ceccarini Abbiamo già visto la scorrettezza formale di queste espressioni (Israele non ha mai dichiarato propositi annessionistici e no11 può essere deplorato per trattenere il territorio in attesa della pace negoziata); adesso dobbiamo constatare il loro grave significato politico. In termini espliciti esse definiscono lo Stato d'Israele come l'aggressore. Ad arabi e sovietici è riuscito oggi, anche grazie alla pioggia di astensioni benevole tra cui quella del nostro paese, la manovra fallita il 19 giugno '67 quando Kossighin in persona si impegnò davanti all'Assemblea dell'ONU a chiedere la condanna di Israele come paese aggressore e la sua richiesta venne nettamente respinta. Ma il danno I1on si ferma qui. In realtà con quelle espressioni si modifica sostanzialmente la risoluzione 242, unico strume11to unanimemente accettato e capace perciò di condurre al negoziato le parti in conflitto. ... In questa risoluzione infatti il Consiglio di Sicurezza: 1. non deplorava affatto il possesso di territori arabi da parte di Israele; 2. poneva l'accento non sullo sgombe~o di questi territori ma su un « pacchetto » di questioni e sul relativo accordo globale da raggiun- · gere tra le parti. È noto quali altre condizioni erano· considerate, allo stesso n1odo e contemporaneamente, indispensabili al raggiungi1nento della pace: frontiere giuste e riconosciute per tutti, libertà di navigazione eccetera. Un astuto emendamento francese richiama sommariamente questi principì (allo scopo evidente di far cedere i residui scrupoli di tanti candidati all'astensione) ma dopo averli sganciati e declassati rispetto alla richiesta di « ritiro delle forze armate israeliane dai territori occupati nel corso del conflitto ». E qui - in quella preposizione articolata - vi è un'altra fragorosa modifica della risoluzione 242. Nel corso delle trattative in seno al Consiglio di Sict1rezza, russi ed egiziani tentarono varie formule per far passare la richiesta di un ritiro isr~eliano globale e incondizionato dai territori occupati. Essi proposero innanzitutto la formula· « from all the occupied territories » ( da tutti i territori occupati) e questa formula venne respinta. Stessa sorte toccò alla proposta successiva: « from the occupied territories » ( dai territori occupati). L'accordo si raggiunse, su proposta britannica, sull'espressione: « from occupied territories » ( da territori occupati). In realtà non poteva esservi altra soluzione, perché se Israele doveva semplicemente ritirarsi da tutti i territori occupati, come poteva poi pretendere di discutere nuove, « sicure. e riconosciute » frontiere? E se il ritiro puro e semplice delle forze israeliane fosse 12 BibHotecaginobianco
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