Nord e Sud - anno XVII - n. 131 - novembre 1970

Antonio Sarubbi impegnato del gruppo, cioè di Francesco d'Andrea con,sente di co,m,p,rendere che vi è un modo nuovo di cor1cepire la vita civile e religiosa della società napoletana. Lo stato dello spirito pub,b1lico e d.elle classi politiche del Mezzogiorno, nell'ultimo cinquantennio del Seicento, si riflette infatti nella vita e nell'opera di Francesco· d'A.t1drea, nel suo vi·go,roso pensiero, giuridicop·olitico che non rimane una lezione astratta, ma un pro·gramrn·a concreto di rinnovamento antifeudale e antibaranale della società meri·dionale. Lo ,studio del pensiero politico del d'Andrea si traduce, nell'ultimo vol11me di Salvo l\1astellone, Francesco d'Andrea politico e giurista (16481698) l'ascesa del ceto civile, Casa Editrice Olschki-Firenze, 1969) - in una indagine che interessa tutta la storia del Mezzogiorno. Dalla vita, vista sullo sfor1do degli avvenimenti coevi, dall'esame degli seri tti sto1 rici e politici, da quella pTima Relazione del ,d'An.drea, avvocato, fiscale a Chieti, al Discorso politico intorno alla futura successione della monarchia di Spagna, dallo studio dell'azio1. ne p,olitica, Mastello·ne ricostruisce il graduale svolgimento del suo pen- • siero. La guerra di devoluzione, con la polemica giuridica che ne segue in tutti i paesi dell'Europa, ·consente, come esattamente rileva Mastellone, di ripensare il diritto feu-dale e il diritto nazionale, il diritto del p1 rincipe e quello di natura. Il ricorso alla forza viene condannato sulla base ,dei principi della concezion·e giusnaturalistica del Grozio dagli avver,sari ·di Luigi XIV. T·ra questi vì è i1l ,d'Andrea con la Risposta al 126 Bibiotecaginobianco • • trattato delle ragioni della Regina C·ristiànissirria... che rip,rendeva alcuni motivi di una precedente Dissertatio. Questa Risposta, a torto trascurata ,dagli studio 1si della cultura n.apoletana della seconda metà del Seicento « permise alla giurisp1rudenza napoletana di stringere nuovi contatti con le co,rrenti del diritto europeo e al d'Andrea di operare una scelta politica e civile ». Il · conflitto po,litico• tra Francia e Spagna, offre al giurista napoletano l'occasione di riprendere il giusrLaturalismo graziano· in maniera non formale. Fu la stessa autorità di Gro-- zio, come rileva Mastellon.e, che « non solo contrib·uì ad avviare un ampio ,dibattito· giuridico-filo,sofico, ma fornì gli elementi di discussione per im·pegnare la lotta co-ntro l'intromissione degli ,ecclesiastici negli affari del Regno di Napoli». E lo stesso giusnaturalismo graziano dette al d'Andrea la base per lo svolgimento del suo pensiero politico e -contribuì a fissare l'importanza del giudice regio-. Lo studio app,rofondiito· delle fonti e dei documenti storici, alcuni mai esplo1 rati, consente al Mastellone di precisare che la lotta contro il bar.iditismo, il contrabbando e l'imp~ sizione di taglie sui passi che int~ ressa tutto il Mezzogiorno alla fine del Seicento, fu lotta antibaronale, non antifeudale perché mai il nuovo ceto civile pensò a modificare la struttura feudale. Non p·er questo, la piccola no1bilità « fuori piazza » e i forensi ch·e come classe politica incomincerà la ·~ua ascesa, è vista dal Mastellone come una forza conservatrice. Lo stesso fatto che questa classe pur 1 rimanendo nei limiti

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