Nord e Sud - anno XVII - n. 131 - novembre 1970

,I Storia al·la posizione di questi pensatori. Leggendo tutti i passi riportati nel lib,ro di Badaloni si ha l'impressio,ne che la posizio 1 ne di quegli autori non è per nulla contraria ai pri,ncip1 cristiani ariche se non è questa, certamente, la conclusione cui l'autore vuole giungere. Il grup,p·o, dei novatori napoletani nel prendere posizion,e nei confronti dell'Inquisizio,ne e nel difendere la posizio,ne degli « ateisti», si batte per la « eliminazione dell'equivoco fisico-teologico», come esattamente nota il De Giovanni in un saggio recente sul Valletta (B. De Giovanni, Cultura e Vita civile in Giuseppe Valletta, Studi sul Settecento Italiano, 1968). La polemica dottrinale mostra la connessione saldissima tra politica e cultura perché l'egemonia culturale che i novatori tendono a smuovere è legata all'assetto della società meridionale e na,poletan~ in particolare. «La necessità avvertita dal Valletta di guardare il problema in una più ampia circo~ !azione di idee e di orientamenti culturali » dice De Giovanni « non va intesa come una evasione dai suoi termilii reali, bensì come forte coscienza che la polemica è intorno a due :di,stinti mo,di di vedere l'uomo e la vita sociale, e che solo rompendo con le vecchie concezioni e non rimanendo .in qualche moido nella · loro logica, ci si può libe1rare dalle tortuose vie della polemica scolastica e curiale, tortuosi sentieri e senza uscita » ('})·.27-28). Non per questo il Valletta può meri tarsi l'accusa di « ip-ocrisia » per avere cioè -distinto « tra jus coercendi del principe e fì.mzione di carità · e di misericordia della Chiesa » coBib iotecaginobianco me rileva il Mastellone (p. 73 ), in quanto Valletta svilup·pa il moderno concetto dell'unità di giurisdizione proprio in nome delle garanzie individuali, ·senza le quali, la giustizia, come fatto civile non esiste più ». La cultura napoletana deììa fine del Seicento si sforza -di costruire un sistema cristiario liberato da incrostazioni scolastiche e aristoteliche e un sistema cap·ace di arn1onizzare le nuove concezioni scientifiche e filosofiche con le istanze religiose. Il movimento culturale napoletano con il Di Cap11a e il D'Andrea svolge la sua attività su posizio,ni di difesa mostrando- attraverso una impostazione storica che la filo,sofia atomistica di Gassendi è la filoso,fia ripresa da Democrito, Pitago,ra, Platone, cristianizzata da S. Agostino. Nel Trattato del S. Ufficio il Valletta nel rivolgersi a Innocenzo XII per non introdurre l'Inquisizione a Napoli, negò la giuridicità delle persecuzioni agli eretici, criticò la mancanza •di ogni garanzia per gli accusati, condannò la to['tura, rivendicò la legge naturale riportan.do la definizione di Grozio· secondo cui la legge naturale deriva ,dalla legge eterna iscritta nei cuori d1 tutti dallo stesso Dio. Co•n la Historia filosofica, che costituisce il documento ·più interessante di quello che Mastellone chiama il libertinismo ·culturale nap,oletano, Valletta mostra il contrasto insanabile tra vecchia e nuova cultura. La cultura giuridico-filoso 1 fica della fine ,del seioer1.to espressa dal gruppo dei novatori p1 resenta una profonda connessione con la realtà sociale del Regno·. Lo studio del pensiero politico dell'esp·ornente più 125

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