Franco Fiorelli divisibili tra gli utenti). Occorrerà invece, pur. cercando di ridurre il più possibile gli oneri per la collettività, rispettare le caratteristiche di pubblica utlità dei servizi di trasporto e le esigenze speciali delle aree meno favorite, es.plicitamente p,reviste dalle disposizio 1 ni istitutive della Co-- munità economica europea; e, più in generale, operare in mo,do, che i sistemi, i tipi e le tariffe di trasporto costituiscano non un impedimento, ma uno dei principali fattori strategici di riorganizzazione complessiva del territo,rio europeo. e) Naturalmente, nelle aree periferiche il riequilibramento delle situazioni infrastrutturali noin è sufficiente a determinare lo sviluppo delle attività produttive, in specie di quelle industriali: sia perché, a parità di « economie esterne» (di cui comunque non sono• da trascurare i tempi tecnici di realizzazione), sussistono strozzature derivanti dalla carente accumulazione dei capitali e dalle preferenze tradizionali degli imprenditori, che influenzano direttamente le scelte ubicazionali: sia perché l'insediamento delle imprese è esso stesso fattore indispensabile delle economie esterne, soprattutto sotto il profilo· delle interdipendenze produttive. Altrettanto, se non maggiormente, impo,rtante è l'incentivazio,ne finanziaria delle iniziative industriali. In merito, il problema più rilevante che si pone alla politica regionale comunitaria dip·ende dalla diffusione e dal pro,gressivo aumento degli incentivi territoriali (e settoriali) alle industrie, da parte dei singoli Stati membri; processo, questo, cl1e evidentemente tende ad annullare, almeno a scala europea, gli effetti alternativi o distintivi degli incentivi medesimi. Il criterio generale e preminente del rego-lamento comunitario di queste agevolazioni - consentito dal Trattato istitutivo ed accettabile da tutti gli Stati membri - non può non essere quello dell'« induzione » dello sviluppo eco,nomico nelle aree periferiche, innanzitutto, nel Mezzogio-rno d'Italia. In proposito, occorrerà considerare la vastità, la gravità e la complessità dei problemi che si verifjcano in alcune aree periferiche (attinenti no-n solo all'insediamento, ma anche alla gestione delle im·- prese), la necessità ,di soluzioni istituzionali -di lungo periodo, le esigenze di articolazione e di flessibilità dei conseguenti interventi statali. Tale criterio giustifica e richiede un sistema unitario e basilare di promozione delle localizzazioni industriali, interessante attivamente la complessiva organizzazione economica europea, piuttosto che un controllo di provvedimenti ed atti amministrativi statali (necessariamente differenziati e specifici), impostato sul concetto per alcuni aspetti equivoco del ris,petto della libera concorrenza. Soprattutto, si dovrà evitare che aree interne la cui economia sia sufficientemente o forte·mente pro118 Bibl"otecaginobi~nco
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