Ennio Ceccarini · Proviamo a discuterlo separando i due ~rdini di argomenti e incominciando a vagliare quelli giuridico-formali. Qui si incappa subito in una mezza verità e in una quantità di omissioni. La mezza verità è l'affermazione secondo cui l'accettazione delle risoluzioni votate il 4 novembre (quella afroasiatica e quella latinoamericana) non avrebbe richiesto la maggioranza qualificata dei due terzi. In base al regolamento dell'ONU, quando una questione è « importante», at1tomaticamente si richiede un'approvazione a maggioranza qualificata dell'Assemblea. A meno che il Presidente di turno non decida di porre in votazione il tipo di maggioranza ( « semplice » o « due terzi ») che l'Assemblea dovrà poi usare. È vero che nella seduta del 4 novembre il presidente di turno, il norvegese Humbro, non fece questa richiesta (forse avrebbe dovuto farla per rendere più chiare e drammatiche le responsaqilità ed impedire poi certe giustificazioni procedurali), però è anche vero che egli definì la questione « importante ». Siamo d'accordo che il solo voto contrario dell'Italia non avrebbe comunque consentito di bloccare il progetto afroasiatico, ma forse una coraggiosa azione dell'Italia, insieme con altri paesi s'intende, avrebbe potuto strappare, nei giorni precedenti il voto, altri voti contrari, ·impedendo così il raggiungimento del quorum dei due terzi sulla risoluzione an ti-israeliana. Ma poiché la Farnesina si mostra attenta a problemi di natura formale, sarà bene avvertire che la sua attenzione avrebbe potuto essere anche e assai più scrupolosa nella ricerca di motivi giuridici che in quanto tali raccomandassero un'opposizione alla presentazione stessa del progetto afroasiatico. Tanto per fare un esempio, il delegato italiano avrebbe potuto sfoggiare una brillante conoscenza della Carta dell'ONU chiedendo la improponibilità della risoluzione in base all'art. 12 della Carta suddetta. Tale articolo, infatti, fa divieto all'Assemblea non solo di :r;nodificare, ma perfino di discutere argo·menti contemporaneamente presenti all'ordine del giorno dei lavori del Consiglio di Sicurezza. A meno che il Consiglio stesso non ne faccia esplicita richiesta. Appena una settimana prima dell'infausto voto del 4 novembre, il Consiglio di Sicurezza si era riunito a livello dei ministri degli esteri e aveva all'unanimità riconfermato la validità presente della propria risoluzione 242 (quella famosa del 22 novembre '67) 2 • Ma che questa sia stata di fatto ridiscussa e modificata dal docu2 Mai, è appena il caso di accennarlo, il Consiglio ha chiesto all'Assemblea di ridiscutere la 242. ... 10 Bibnotecaginobianco
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