Nord e Sud - anno XVII - n. 131 - novembre 1970

.. Franco Fiorelli sificarsi la tendenza spontanea dei capitali a ric~rcare possibilità di massimo ed immediato profitto ·privato, indipendenti da convenienze pubbliche; la tendenza quindi dei capitali a trasferirsi in imprese che traggano, vantaggi più elevati •e di breve e medio ·periodo dalle « economie esterne » territoriali al momento esistenti, in mo1 do1 da determinare crescenti tensioni nel mercato del lavoro ed ulteriori immigrazioni di lavoratori. Nella citata Nota sulla politica regionale della Comunità economica europea si rico•nosce che « il co1sto delle politiche comuni, che è a carico dei bilanci nazionali, grava più particolarmente sugli Stati in cui più numerose sono le strutture inadeguate, generando, in un termine più o meno breve, squilibri che inevitabilmente hanno ripercussione sugli interi sistemi economici nazionali ». Ter1ninato il periodo transitorio, occorre dunque intraprendere decisamente una nuova politica comunitaria, atta a raffo1 rzare le ragioni storiche dell't1nificazione dell'economia europea, evitando che questa grande esperienza consolidi l'attuale contrasto tra aree centrali ed aree periferiche economicamente subalterne, perseguendo anzi il superamento del contrasto medesimo. · - Per quapto attiene in specie alla Comunità economica europea (in cui le disparità territoriali hanno un maggiore rilievo, tanto che il Trattato istitutivo sancisce esplicitamente il principio di uno « sviluppo armonico ed eqt1ilibrato » ed aggiunge 11nesplicito riferimento al iviezzogiorno d'Italia), si apre oggi, più chiaramente di ieri, la via ad una forte politica regionale. Questa politica non può essere ristretta al campo delle norme comunitarie sulle condizioni, le opportunità ed i limiti degli « aiuti » degli Stati nazionali, norme stabilite dal Trattato comunitario in ordine alla libera concorrenza; essa, infatti, deve essere sostanziata da un insieme di indirizzi aventi finalità e qualità proprie, dei quali conviene individuare gli elementi essenziali. a) In primo luogo,, l'azione regio,nale della Comunità economica europea do·vrà essere rivolta a promuovere l'armonizzazione delle do-- tazio11i i11frastrutturali di base, con speciale riguardo a quelle che possono indurre e favo,rire l'agricoltura irrigua e lo sviluppo i11dustriale ed urbano, quali gli acquedotti, le fonti e gli approv·vigionamenti di énergia e le infrastn1tture di trasporto. Allo scopo, la Banca Europ~a degli investimenti potrà dare un apporto quantitativo e qualitativo, ancor più rilevante rispetto al passato, qualora sia ~astenuta da· maggiori disponibilità finanziarie e da pro.poste adeguate degli Stati membri, e sia strettam-ente legata ad una valutazione 116 Bibiotecaginobianco \ \

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