Franco Fiorelli equilibri econo,mici e sociali nell'ambito europ·eo. Ad esempio, l'accentramento politico-amn1inistrativo in Francia (sia nel p,eriodo monarchico, sia do.po la rivoluzione borghese) è stato ragio,ne decisiva .della concentrazione territoriale delle attività produttive e co1nmerciali, antica origine del contrasto 1 tra « Parigi e il deserto francese »; in Italia, la rigida unificazione amministrativa, sep1 p11re giustificata dall'esigenza del co,nsolidamento, dello Stato nazionale appena costituito, ha p·er alcuni aspetti reso, più gravi le cause sto,riche dello squilibrio delle regioni meridionali, « allontanandole » dalle istituzioni e dai centri decisionali statali. D'altra parte, le esperienze di paesi con più profonde e continue strutture di · autonomia locale (soprattutto la Gran Bretagna, ma anche alcuni paesi dell'Europa co,ntinentale) dimostrano come processi puramente locali non siano in grado di correggere distorsioni dei meccanismi eco·nomici nazionali. In effetti, occorre sia che i poteri centrali - nazionali e sovranazionali - si diano direttamente carico di un intervento pubblico territorialmente articolato, sia che le comunità periferiche partecipino al pro·prio sviluppo economico e sociale. Questa partecipazione assume, in primo luogo, un significato politico: di impulso, di inserimento critico e di responsabilità non delegabile, nella generale organizzazione del potere politico; in pro·posito, è sufficiente considerare il valore che avrebbe la partecipazione delle popolazio•ni « periferiche » anche alla formazione di o,rganismi parlamentari sovranazionali a suffragio diretto. In secondò luogo, assume un valore di amministrazione autonoma, o al1neno attiva: di gestione non burocratica, ma imprenditiva delle risorse esistenti O· rese localme11te disponibili, con speciale riferimento agli investimenti produttivi e sociali. Nel momento in cui molti paesi europei so.no di fronte alla necessità di radicali mutamenti delle rispettive costituzioni locali, va tenuto particolarmente presente il ruolo che tale ristrutturazione può avere nelle aree periferiche, in cui le carenze fina~iarie e tecniche degli enti locali rispetto ai compiti, le dis-p·ersioni, le difficoltà e i limiti della vita po1itica ed amministrativa si so,no accentuatamente manifestati. Peraltro, questa prospettiva .deve essere concepita nel modo più vasto, nel contesto unificante di una vita civile progredita, di tipo urbano. Essa concerne anche la promozione - importante so·prattutto nelle aree periferiche - di centri di i;nformazione e ricerca culturale e scientifica. Coerentemente con le disco11tinuità insite nell'èvoluzione storica, questo ultimo indirizzo potrebbe - nelle aree medesime - sostenere forme di attività avanzate; com~nque, consentirebbe di valorizzare le 114 . l
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