Le regioni periferiche europee a seconda delle caratteristiche distintive della perifericità, ossia del sottosviluppo economico che si vuol risolvere. . Tuttavia, gli effetti negativi delle tendenze territoriali in corso nell'economia europea - e le finalità di espansione co·mplessiva - sono di natura e portata tali da richiedere un orientamento comune dei governi nazionali, relativamente almeno alle seguenti opzioni fondamentali. L'induzione dello sviluppo economico. - Innanzitutto, la politica di riequilibramento territorale deve mirare a migliorare la distribuzione geografica del reddito prodotto, dando un nuovo indirizzo alla spesa pubblica e promuovendo anche un afflusso di capitali privati dalle aree ricche a quelle povere, in prevalenza laddove è ampia l'offerta di lavoro, come nel Mezzogiorno d'Italia. Un primo tipo di azione pubblica è essenzialmente di natura finanziaria, e riguarda gli investimenti infrastrutturali e sociali, no,nché quelli direttamente produttivi, data una scarsa propensione ad investire da parte delle imprese private. Si tratta di una condizione necessaria per attivare un meccanismo economico nelle aree periferiche e sottosviluppate, alla quale si aggiungono gli interve11ti indiretti di natura fiscale e parafinanziaria, che si propongono di compensare i rendimenti dei fattori produttivi nelle diverse aree. Nelle successive fasi, la necessità di investimenti delle imprese pubbliche rispetto a quelli privati tende a diminuire, mentre cresce ila produttività degli investimenti infrastrutturali. Un risultato fondamentale degli interventi in tale modo, effettuati è una diminuzio,ne (relativa) dei tassi di disoccupazione e di sottoccupazione della fo,rza di lavoro, e saggi di incremento del reddito e della produttività locale più elevati di quelli medi nazionali. L'indirizzo accennato attiene soprattutto allo sviluppo industriale, considerati lo scarso meccanismo di accumulazione e l'accentt.1ato fabbisogno di capitali, propri delle aree periferiche. Esso interessa, inoltre, sia pure con modalità peculiari, le attività agricole, che costituiscono la base comune delle economie periferiche, e possono fo,rnire un ri};f}- vante contributo al progresso economico locale, integrativo della dina-· mica industriale. Specialmente in alcune ampie aree periferiche, non contraddistinte - come quelle .scandinave - da una agricoitura estensiva e sufficientemente stabilizzata, l'aumento dei. livelli dimensionali, di produttività e di competitività delle imprese agricole ap-pare un indirizzo di politica economica obbligato. Come è noto, esso comport_a non soltanto interventi 109 BibUotecaginobianco
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