.. Franco Fiorelli Nella prospettiva di lungo periodo, un _carattere anco,r più accentuato di geo,grafia volontaria assumerà la dislocazione -delle centrali nucleari, così come l'approvvigionamento di energia elettrica che ne deriverà. Dipenderà da scelte programmatiche se questa rivoluzione delle fonti di energia sarà prevalentemente orientata verso il consolidamento della situazione economica delle aree favorite -dalla prima rivoluzione industriale, incentrata sulle risorse minerarie ed idroelettriche; oppure verso il recupero del ritardo storico delle aree periferiche ed economicamente sottosviluppate. Un impegno analogo può essere prospettato in merito alla « desalinizzazione » dell'acqua di mare, per quanto, riguarda in specie le aree periferiche mediterranee. In riferimento alle attività direttamente produttive, alcune significative esperienze hanno dimostrato che la localizzazione decentrata dell'industria pesante - o comunque di base - non è di per sé in grado di avere consistenti effetti territoriali di induzione di altre attività manifatturiere. Queste esperienze confermano la necessità di appositi indirizzi programmatici, cl1e valorizzino le condizioni di base, e che in prima approssimazione appaiono concernere: la realizzazione di complessi di industrie, qualificati da interdipendenze tecnico-produttive (formati soprattutto da industrie meccaniche di seconda trasformazione); la promozione di imprese operanti in settori nuovi, non molto sviluppati nelle aree di antica tradizione industriale (ad esempio, elettromeccaniche); il rafforzamento di industrie di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli o legate· al turismo, p,er le quali le aree periferiche offrono rilevanti fattori di localizzazione. 4. Le politiche e le opzioni unificanti. Una politica attiva dei governi nazionali per risolvere le rispettive e più gravi distorsioni territoriali, sia in tennini economici (di occupazione e di reddito), sia in termini sociali e di ordinata urbanizzazione del territorio, deve tradursi in azioni coordinate, capaci di ottenere un equilibrio in tutto il co,ntesto europeo. È chiaro che esistono condizionamenti della politica di riequilibramento territoriale dell'economia, soprattutto di quella condotta da singoli Stati e con riferimento al breve e al medio periodo. Si avverte infatti l'opportunità di contemperare i ritmi di crescita territoriali, purché no11siano arrecate ap,prezzabili diminuzioni dei saggi di sviluppo nazionali, e purché siano mantenute o rese competitive nel mercato internazionale le principali sezioni degli apparati produttivi nazionali. Per di pit1, note,.rolmente differenziate appaio.no le politiche da condurre, 108 Bib iotecaginobianco
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