Ugo Leone l'inquinamento, alle sanzioni p·enali e alla possibilità di far cessare · coattivamente lo scarico abusivo,. Ma le ammende sono talmente irrisorie che, sulla carta, è più co-nveniente pagare la multa che rinunciare a far lavorare l'industria. Il ricordato disegno di legge dovrebbe porre rimedio a queste manchevolezze. Esso consta di 31 articoli, detta norme per la tutela di tutte le acque p11bbliche e prevede la creazio,ne di un comitato respo·nsabile della direzio-ne e del coordinamento della lotta contro, gli inquinamenti, con rappresentanti di tutte le ammi11istrazioni. È previsto (art. 9) che le im·prese e gli enti pubblici produttori di scarichi inquinanti possano costituirsi in consorzio per costruire, mantenere e gestire impianti di depurazione. Il loro finanziamento dovrebbe essere assicurato· sia con i contributi delle imprese e degli enti consorziati che concorrono all'inquinamento, sia con il contributo delle imprese e -degli enti consorziati che si avvantaggiano delle opere di depurazione, in proporzio,ne del vantaggio che ne traggono. La scelta dei depuratori è libera, ma l'autorizzazio,ne no,n esonera da eventuali responsabilità in caso del persistere dell'inquinamento. Le spese di gestione e costruzione degli impianti sono a carico delle im·prese o dei consorzi, tranne cbe p·er coloro i quali hanno già adottato in1pianti di depurazione e che devono affrontare ristrutturazioni per adeguarsi alla nuova normativa. Circa le penalità, il disegno prevede che chiunque apra o mantenga uno scarico di sostanze inquinanti o di acque di rifiuto senza l'autorizzazione prescritta, è punito con un'ammenda da 50 a 300.000 lire. Qualo,ra lo scarico produca una degradazione -anche temporanea delle acque di recapito, la multa varia da 300.000 lire a due milioni. Nei casi più gravi, l'autorità giudiziaria può anche ordinare la cessazione delle attività che determinano gli scarichi non autorizzati. Questo, a grandi linee, il disegno che da oltre un anno giace al Senato. Anche su questo· testo, comunque, bisogna fare alcuni rilievi. Innanzitutto il « disegno» prevede una struttura burocratica quanto meno eccessiva. Esso, infatti, suggerisce. la formazione di ben quattro organismi (costituiti prevalentemente da burocrati piuttosto che da tìecnici) « per compiere gli ·atti necessari al raggiungimento dei fini della legge »: un comitato, presieduto dal Ministro dei lavori pubblici, il quale impartisce direttive alle « sovraintendenze di bacino »; queste le impartiscono al « consiglio di bacino », e quest'ultimo alla « giunta di bacino ». Una via lunga e tortuosa, mentre _si potrebbe costituire un unico organismo sull'esempio dei River Boards inglesi. Questi sono enti pubblici rap·presentativi di tutte le categorie interessate alla conservazione delle 88 Bibiiotecaginobianco
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