Nord e Sud - anno XVII - n. 130 - ottobre 1970

Ugo Leone gli scarichi di grandi quantità di met"ilmercurio che alcune in·dustrie produttrici di acetaldeide effet,tuavano nelle acque della baia: i pesci e i molluschi, tra·sferivano, poi, all'uomo quest~ tremendo, co·mpos.to, con gli effetti che abbiamo detto. Ma non solo in· Giap1 pone la « m·alattia di Mina.mata » ha fatto la sua con1parsa: casi simili si sono registrati anche in Svezia, in Olanda e in altri paesi. In Italia no•; ma, co,me avverte il prof. Alfredo Paoletti, ·direttore dell'Istituto di igiene dell'Università di Napoli, « ricordiamo che esistono nel nostro paese tre industrie che producono acetaldeide, e precisamente a Milano, a Ravenna e a Porto· Marghera. Se duranJe la lavorazione, nei loro scarichi dovesse risultare presente il metiln1ercurio ancl1e in piccole quantità, non vi è dubbio· che gli stabilimenti dovra11no essere chiusi, opp1 ure dovrà essere modificato il loro sistema di produzione prima che qualche danno· venga segnalato ». In Italia, do1 ve le coste misurano, nella sola parte continentale, ben 7.500 km, il fenomeno dell'inquinamento è abbasta11za sentito e il problema è es,ploso in tutta la st1a gravità questa estate quando chilometri di coste sono stati vietati ai bagnanti perché inquinati. Secondo 1 un rilievo eseguito dai professori Berbenni e Marchetti, « le località situa.te lungo la costa marittima e prive di ogni fo,rma di inquinamento rap-presentano il 13,6%, quelle poco inquinate o con inquinamento locale il 62,5%, quelle co1 n acque aventi caratteristiche dubbie il 10,9% ed infine quelle con inquinamento grave il 13%. Le cause di inquinamento possono essere così distribuite: per il 59% da collettori cloacali, per il 33% da stabilimenti industriali, per 1'8% da natanti. La maggior parte delle città sitùate sulla costa (ossia il 74%) riversano le acque di rifiuto don1estico direttamente in mare senza alcun trattamento di depurazio:ne ». Per quanto riguarda l'inquinamento dovuto ad idrocarburi, una ricerca effettuata alcuni anni fa pose in evidenza che le più importanti località costiere ne sono affette e che in alcune di esse la quantità dj olio minerale raggiunge il valore di 100 grammi per metro cubo di acqua di mare. Ciò soprattt1tto perché nella zo·na costiera si trovano motlti depositi di petro 1 lio (contenenti oltre sette milioni di metri cubi di petrolio grezzo o raffinato) e perché le petroliere che navigano il Tirreno e l'Adriatico sono circa 10.000; senza contare i vari natanti che scaricano a mare fondami di nafta . . Seco,ndo1 alcuni esperti, l'inquinamento marino da idrocarburi - che è fra i più pericolosi e fra i più frequenti specialmente in seguito alla costruzione di petroliere di sempre maggiore tonnellaggio - potrebbe subire un notevole calo con l'attuazione del << piano » alla cui realizza86 Bibiiotecaginobianco

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