Nord e Sud - anno XVII - n. 130 - ottobre 1970

Giornale a più voci Monica Vitti, Moravia, Visconti, Merzagora, Walter Chiari, alcuni lords e ministri in,glesi, ecc. I tedeschi sono stati finora in maggioranza: 54.000 pre.- senze in un anno, poi 24.000 ·americani, seguono francesi ed italiani. Questi ultimi stanno facendo grandi progressi: per parecchie settimane l'estate scorsa hanno occupato metà dei posti. (A quanto 1 pare per noi il maggior problema è sempre la cucina, la mancanza della pasta asciutta e dei sapori di casa. Brailo però ammette certi inconvenienti, anche se ha « il miglio,r cuoco jugoslavo»: può essere difficile avere un.1 a bi1st,ecca e qualcosa non va nel rifornimento della frutta e - strano a dirsi - •del pesce). Faccio a Brailo qualche domanda « ingenua », di provocazione: se non gli sembra una contraddizione il turismo di lusso e l'atmosfera rarefatta di S. Stefan in un paese comu,nisita; gli chiedo se e quanti jugoslavi possono permettersi una vacanza del genere; e se un cameriere - poniamo - di « Milocer », l'ex residenza reale, servendo un miliardario americano, non rischi di confondersi le idee fra i vecchi padroni e i nuovi clienti. Sembra contento che la conversazione si animi: « La cosa più impo,rtante per il mio paese - mi dice - è attirare valuta con tutti i mezzi, per mandare avanti il progres,so, i passi lenti e faticosi sulla via dello sviluppo. Qui a Cma Gora - nel Montenegro - venticinque anni fa c'erano solo rovine e prima delle rovine c'era ben ·poco. Ora anche gli ex pescatori delle casette fra .gli ulivi h.anno l'acqua corrente e la luce, e l'autobus della scuola viene a prendere i ragazzi. Per arrivare quaggiù dal vostro paese, ancora dieci anni fa bis0r gnava fare giTi enormi attraverso l'interno perché non c'era •una strada costiera: ora su tutta la costa ci sono diecine di ·migliaia d,i po,sti letto, e lei stesso avrà visto i1lmovimento di turisti, anche jugoslavi. L'anno scors.o ho fatto condizioni speciali per la bassa stagione: 3.500 lire al gio:mo mezza pensione ed ho riempito. S. Stefan di jugoslavi. C'è ancora molta strada da fare, ed occorrono soldi. E questi non hanno peccato ... ». Mi guardo intorno: l'albergo è per i ricohi, ma la spiaggia rosa è libera, turi·sti di passaggio, montanari dell'intern·o che v·engono in gita, bambini delle casette sul declivio. E c'è molta pace, questa gente sembra godere della bellezza. Se Dio vuole i miliardari :per venire fin quaggiù hanno lasciato a casa yachts ed auton1obili: nella baia c'è una ·sola barica a motore, inoffensiva. Girando ·p,er l'isola vedo come l'antico è stato curato, riportato alla luce e rispettato con puntiglioso impegno culturale e con sincero amore. Fanali, pozzi, panche di pietra e macine da ·grano, insegne, inchiavaridature e ferri di porte e finestre - ogni cosa sembra essere al prop,rio posto e nell'aspetto originario, come pezzi di mosaico; le stradine le piazzette, le scale, sugli sfondi del mare o della montagna, hanno conservato intero il loro fascino su due piani -- soggi1orno e letto --, il mobilio di stile antico ma semplice e sobrio. Il risultato com·plessivo è affascinante. Solo, ,l'aria che si respira è ·un po' falsa e fredda, come se si avvertisse l'« esperimento». Forse, dopo i primi giorni di distensione e .stupore per la gran pace, il silenzio, il senso di lontananza ·nello spazio e nel tempo, gli stessi turisti proveranno un certo disagio ·e -la sensazione di un che di artificioso. 71 Bibliotecaginobianco

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