Nord e Sud - anno XVII - n. 130 - ottobre 1970

Antonino de Arcangelis - Patrizia Capraro mos Galvan - ha denunziato pubblicamente, nel corso di quel congresso internazionale di pediatria, il fatto che nell'America Latina la mortalità infantile in età prescolare colpisce per il 75% soggetti denutriti. Questa diversità di percentuali, conferma indubbiamente che l'Italia è un paese industrializzato. Ma al tempo stesso suscita legittimi dubbi sul concreto significato di un'espressione del genere; se cioè società industrializzata equivalga a civiltà avanzata. In una civiltà avanzata il livello della mortalità infantile dovreb 1 be essere mol,to1 più basso. Sembra perciò legittimo invitare g,li Enti e le Fondazioni che si preoccupano dell'avanzamento del nostro livello civile, a sintonizzare il loro intervento al fine di modificare quelle situazioni che più drammaticamente si esprimono a livello statistico, piu,ttosto che a quello d.i perfezionare livelli n,utritivi già lusinghieri. E siamo certi che da una vasta campagna di educazione alimentare - che si risolverebbe in un incremento di consumi dei più moderni prodotti dietetici - le Fondazio:n.i collegate alle industrie del settore nutritivo trarrebbero notevoli vantaggi anche dal punto di vista indus 1 triale, legando a nomi illustri della ricerca biologica una iniziativa di grande prestigio civile. ANTONIMO DE ARCANGELIS Gli analfabeti di ritorno È recente la notizia di un eventuale anticipo d,ella scuola d'obbligo: i bambini dunqt1e an,drebbero a scuola a cinque anni invece che a sei. Le difficoltà che renderebbero ardua la realizzazione cli quest'idea sarebbero soprattutto di ordine econo1 nl'ico e di s.pazio: da una parte una spesa •di 110 miliardi in più dell'attuale spesa per la scuola d'obbligo e dall'altra la carenza di aule, problema quest'ultimo non irrilevante dato che è già grave per gli attuali iscritti e, in alcune region.i, gravissimo. Facciamo ora un'ipotesi. Suppo·niamo che fossero dis.po,nibili i 110 miliardi e che il problem-a della recettività ,delle aule fosse risolto alla meno peggio 1 A questo punto sorge una domanda: quali sarebbero i reali vamtaggi di questo provvedimento, cui sono favorevoli insegnanti, esperti di pedagogia e, a quanto p1are, lo stesso Ministro della Pubblica Istruzione il quale, se non esistessero le difficoltà sopra accennate, l'avrebbe già fatto «passare»? E qualora questi vantaggi realmente vi fo·ssero, co·me del resto è possibile, sarebb·ero sufficienti a mascherare gli enormi problemi che stanno a monte e che rischiano di far fallire qualsiasi politica scolastica, anche la più· avanzata? Uno di qt1esti problemi, e non certo il minore, è l'analfabetismo ch,e, ancor oggi1 , ha una tale rilevanza che coloro che lanciano ·certe idee, come quella di cui parlavo prima, non possono che essere consid,erati inventori di 66 Bibliotecaginobianco

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