.. Giornale a più voci e che nasconde tradizioni alimentari ataviche, del tutto prive del confo,rto scientifico, collegate ai lunghi periodi di profonda depressione economica. Ed è anche consapevole di come le mamme italiane - quelle meridionali in ispecie - siano disposte a somministrare ai propri figli il primo p1 rodotto alimentar.e che capiti sotto gli occhi, nell'illusione di trovarvi una soluzione .nutritiva eccezionale, avallata dalla p·ubblicità sugli organi di i.riformazio,ne. Nessuno vuol dunque negare le deficienze nella coscienza igienico-sanitaria delle nostre popolazioni, che invece costituiscono motivo di allarme giustificato. Ma si tratta di deficienze che lo Stato e le Amministrazioni locali dovrebbero decidersi a correggere con più solide strutture assistenziali, atte a consentire, se non il benessere, quanto meno una ragionevole quota di sopravvivenza delle popolazioni infantili. E lo Stato dovrebbe anche predisporre misure capaci di modificare radicalmente il terreno culturale, rendendolo idoneo ad agire spontanean1ente in senso positivo, così come accade in altre, più fortunate regioni italiane alle quali il diverso sviluppo sociale ed economico ha apportato anche quel particolare vantaggio. Purtroppo nessuna iniziativa in tal senso mostra di essere posta in cantiere dagli organi responsabili per i quali, a quanto sembra, non hanno valore i rilievi dell'ISTAT sulla mortalità infantile nelle diverse regioni italiane; come non esercitano funzione di stimolo i risultati dei Congressi internazionali. Per gli ambienti politici italiani - così poco sensibili al diritto di priorità dei problen1i sanitari - è sufficiente che l'Italia risulti inclusa fra le nazioni « industrializzate», n1a non ha importanza che di fronte all'industrializzazione documentata dagli altri indici di valutazione, l'Italia ,si dimostri deficitaria per quanto riguarda poi i valori di mortalità infantile o per quanto si riferisce al consumo pro capite di proteine animali. .Né possono dirsi raccolte le raccomandazioni della F.A.O. - come quella ancora recentemente ripetuta al Symposium svoltosi a Vienna - di incrementare la produzione ed il consun10 di proteine animali, ostacolando il consumo degli zuccheri e dei grassi di cui l'Italia - come altre nazio,ni industrializzate, che però salvaguardano quella particolare esigenza proteica - fa un abuso crescente. Né trovano risonanza i rilievi e1nersi nel corso dei congressi scientificj - come quello internazionale di Pediatria a Città del Messico del dicembre 1968 - secondo i quali sono state ormai identificate le caratteristiche cliniche della popolazione infantile dei paesi realmente « industrializzati» - caratteristiche legate soprattutto agli eccessi nutritivi - e di quelli « p·re-industrializzati », come l'Africa o l'America Latina, che lamentano appunto quadri di carenza proteica, di rachitismo, di avitaminosi, che furono in Italia Meridionale rilevate dalle citate indagini del Ministero della Sanità, sia pure in per-: centuali meno elevate che nel Terzo Mondo. Varrà probabilmente a conforto degli uomini politici italiani che quei rilievi scientifici conoscono, il fatto che, mentre la citata statistica ospedaliera napoletana so~tolinea come il 58,6% dei bambini deceduti presentasse manifestazioni cliniche legate ad errori alimentari, un pediatra messicano - Ra65 Bibi~otecaginobianco
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