Antonino de Arcangelis il 60% dei bambini italiani nasce ogni anno nel Centro-Nord, più della metà dei bambini italiani muore nel corso del primo anno di vita nel Mezzogiorno e nelle Isole (nel 1968, 29.900 bambini sono morti in Italia p,rima di compiere dodici mesi di vita; di essi 15.600, pari al :52%, sono morti nel Mezzogiorno e nelle Isole, mentre 14.300, pari al 48%, sono morti nel Centro-Nord). In altri termil1i, alla minore incidenza di nascite nel Mezzo·giomo e nelle Isole, in cifra assoluta, fa riscontro, a distanza di un anno, una prevalenza di morti, in cifra assoluta, in q11ello stesso territorio. Ciò è indiscutibilmente legato ad un diverso livello di benessere, di quel benessere che consente la normale evoluzione nel corso dei primi dodici mesi di vita, e che presuppo,ne, in primo l,11oigou, na corretta condotta nutritiva. Già ricoirdammo, anni or sono, su questa stessa rivista ( « Nord e Sud», 1967, nn. 87 e 90) le conclusioni delle ricerche effettuate dall'Istituto dell·a Nutrizione di R!oma, per conto del Ministero della Sanità: su 33.789 bambini meridionali si accertarono larghi-ssiine percentuali di malnutriti, a differenza di analoghe indagini effettuate sulle popolazioni infantili del Centro--Nord, che rilevarono invece una notevole incidenza di ipernutrizione. Tutto ciò giustifica, ci sembra, la domanda sul « quando», sul « dove» e sul « come» po,ssono i11realtà ap1plica:rsi i pii.1mo,dern.i canoni nutritivi alla popolazione infantile italiana. Perché se discussioni come quelle che si sono svolte a Milano presso la Fondazione Carlo Erba - ad esempio sulla « struttura delle membrane cellulari e loro funzione nel processo della nutrizione » - devono svilupparsi a favore delle popolazioni infantili del Centro-Nord, esse ci .sembrano lecite e logiche, se1npre che il fine reale di quei dibattiti sia di portare il livello nutritivo di quei bambini alle q11ote più privilegiate del mo11do; ed in tal caso sarà bene tener conto dei rilievi statistici che abbiamo ricordato ed insistere sulle conseguenze - a danno delle membrane cellulari, ad esempio - degli eccessi nutritivi ai quali i bambini del Centro-Nord sono fortemente sottoposti. Ma se gli studi sui più moderni criteri nutritivi, come quelli incrementati dalla Fondazione Carlo Erba, devono a11dare, come pensiamo, anche a vantaggio delle popolazioni infantili del Mezzogiorno e delle Isole, dove la mortalità è più elevata, è necessario trasferire i dibattiti dai dilemmi biologici del benessere agli in1perativi elementari della sopravvivenza, molto vicini, questi, alla problematica dei paesi in via di sviluppo. In altra occasione, sempre su questa rivista ( « Nord e Sud», 1967, n. 90) ricordammo come una statistica ospedaliera effettuata a Napoli pose in evidenza che il 58,6% dei bambini deceduti per malattie respiratorie presentava m·anifestazioni cliniche direttamente od indirettamente legate a condotta alimentare scorretta. · Del resto chi ha nozione pratica di assistenza all'infanzia del Mezzogiorno è ben consapevole dello stato precario di nutrizione che tanto spesso si riscontra, coisì come è ormai consapevole del bagaglio secolare di inesattezze che ad una giovane madre viene trasmesso od imposto dagli anziani di casa, 64 Bibliotecaginobianco
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