Nord e Sud - anno XVII - n. 130 - ottobre 1970

I Giornale a più voci ranza non potrebbe pii1 usufruire della copertura degli ostruzionismi delle opposizioni per coprire il p1roprio immobilismo. Giustamente osserva Franco Bassanini: « in questi casi l'ostruzionismo dell'opposizione viene ad offrire il capro espiatorio, cui addossare la responsabilità delle inadempienze programmatiche, delle riforme più volte l)romesse e sempre rinviate ad .un incerto futuro; mentre l'ostrt1zionis1no 1 della maggioranza può co1 ntinuare a muoversi per linee interne senza essere costretto ad uscire allo scoperto, senza che la maggioranza p-ossa essere obbligata a dichiarare pubblicamente la propria volontà di attuare o non attuare il programma di governo: ·l'ostruzionismo dell'opposizione e poi il principio dell'incondizionata ed indiscriminata decadenza di tutto il lavoro legislativo alla fine della legislatura vengono a .toglierla dall'imbarazzo di con1piere una scelta precisa ed impegnativa ». Un altro, riscontro ·po•sitivo la riforn1a in questione potrebbe averlo nel modo di condurre la campagna elettorale da parte dei partiti. Questi, infatti, come acutamente osservava Marcello Capurso, dovendo precisare all'elettorato quali procedimenti riprenderanno ail'inizio dei nuovi lavori parlamentari, non potranno continuare a servirsi di progran1mi elettorali rnastodontici, come usano fare; programmi in cui si promette tutto perché ·poi è più facile essere giustificati se non si attua nulla. Le passate esperienze elettorali sono piene di riscontri di questo costume, che tra l'altro ha contribuito non poco alla staticità dell'elettorato,; il quale, non trovandosi di fronte a programmi concreti e chiari su cui orientare le proprie scelte, vota nel migliore dei casi, affettivamente ed en1otivamente, clientelisticamente nel peggiore. La riforma consentirebbe invece al corpo elettorale di identificare le responsabilità dell'immobilismo delle passate legislature e qt1indi di valutare obbiettivamente i comporta1nenti delle varie forze politiche; parimenti, più vere e meno fittizie, soprattutto me110 nun1erose, sarebbero le promesse elettorali, almeno da parte di quei partiti che, contando di far parte della maggioranza governativa, saprebbero di essere chiamati in futuro a rendere conto d,elle loro p,romesse. Non vi è dubbio, inoltre, che la prassi attuale no·n favorisce una migliore qualità della produzione legislativa; infatti si è già osservato come il principio della discontinuità giochi a sfavore delle « grandi riforme», il cui iter, il più delle volte, non si riesce a compiere nel giro di una Legislatura. L'on. La Malfa rilevava, nel·la relazione alla sua proposta di modifica del rego•lamento del febbraio 1968, che « il nuovo Governo e le nuove Camere si trovano a riprendere dall'inizio un lungo itinerario di procedure, che non di rado, nell'esperienza di questi venti anni, si è concluso con la stessa sorte cinqtte anni dopo, darido luogo ad inutili ripetizioni di lavoro legislativo. Va sottolineato che tale inconveniente non tocca tanto i provvedimenti minori, o di struttura più semplice (le così dette 'leggine'), quanto ed in primo luogo le leggi costituzionali e le altre che nel nostro ordinamento prevedono un iter più complesso, e in secondo luogo le· leggi e riforme organiche che prima ancora della presentazion,e alle Can1ere richiedono un tempo più o 61 Bibiiotecaginobianco

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