Giornale a più voci discontinuità dei lavori parlam·entari; né, tanto meno, che questo nesso esista nell'ordinamento italiano. Le stesse osservazioni po1ssono valere per quel che riguarda lo Statuto albertino. L'effetto della decadenza era collegato ancl1e qui alla fine della sessione, e non alla fin-e della legislatura; i procedimenti decadevano alla fine della legislatura solo in conseguenza del fatto che questa era di regola preceduta dalla fine ·della sessione. L'effetto della disco•ntinuità era poi nel passato ordinamento un residt10 dei poteri spettanti al Re fin dai tempi della monarchia costituzionale pura; qt1indi uno strumento di ingerenza sull'attività del potere legislativo. Tutto ciò, con1e si vede, è assai lontano dal contenuto della Costituzione rept1bblicana; e ci sembrerebbe assurdo stabilire che la decadenza delle leggi per fine della legislatura sia fondata su una sorta di conth1uità tra la Monarchia costituzionale e la Repubb 1lica democratica. Resta un solo argomento di indiscutibile efficacia a favore della tesi contraria all'introduzione di una sia pure limitata continuità legislativa nel nostro paese: quello del « -principio di rappresentatività» delle Assemblee Parlamentari. Ma se, da un p,unto di vista eccessivamente formalista, ogni aspetto della rappresentatività è coperto dal Parla1nento, gli strumenti che oggi avvicinano maggiormente i cittadini alla vita pubblica so,no i partiti; e questi, anche nella determinazione dell'attività legislativa (e soprattutto delle grandi r.iforme), finiscono per contare molto di più del Parlamento. Ora non vogliamo stare a dire se questo sia giusto o meno; teniamo a sottolineare questo aspetto della questione ·per rilevare quanto sia importante oggi razionalizzare i rap1 po-rti tra Partiti e Parlamento. E ciò, non con un ritorno al parlamentarismo dei notabili dell'Italia liberale, né con la trasformazione dei partiti in Enti pubblici; ma piuttosto armonizzando l'attività degli uni con l'altro attraverso canali adeguati, come quello, già individt1ato, dei Gruppi Parlamentari. Tornando al problema che qui ci interessa, ha osservato Marcello Capurso che, contro la regola della decadenza, o quanto meno a togliere ad essa gran parte del suo interesse, milita una realtà politica che ha mutato profondamente le condizioni che rendevano l'osservanza di quella regola opportuna e necessaria. Il riferimento è appunto ai partiti ed alla po1sizione che essi hanno nella reale vita costituzionale del paese. A meno·, infatti, di non voler presup 1 porre tra una legislatura e l'altra mt1tamenti radicali negli orientamenti politici del corpo elettorale - cosa piuttosto rara - i partiti costituiscono, in un sistema come il nostro, in cui non si vota più soltanto per gli uomini, ma soprattutto per i programmi, una sorta di costante, che unifica, o può riuscire ad unificare, più legislature. Ecco quindi che riusciamo, su un piano realistico, a risolvere anche il problema della rappresentatività, giustamente avanzato dalla dottrina quando si oppone all'introduzione nel nostro sistema _della continuità legislativa. Si deve tener pr.esente, inoltre, chè og11i riassunzione di procedim·ento legislativo interrotto dalla fine della legislatura precedente, deve passare attra59 Bibliotecaginobianco
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