Nord e Sud - anno XVII - n. 130 - ottobre 1970

Editoriale (non ci sono più « cattolici liberali ») nella denigrazione dell'Italia. risor- . gimentale come Italia « borghese » e « capitalista ». Ma soprattutto merita di essere rilevato che di m_olto si è indebolito il senso della storia patria ed il culto delle sue· pagine non ignobili se è vero che, salvo lo-devolissime eccezioni, gli scritti di occasione che si sono letti sui giornali nella vigilia del centenario non hanno avuto per oggetto il travaglio di Cavour e la passione di Mazzini, l'epopea déi garibaldini, il sacrificio dei Cairoli, la commozio•ne di De Sanctis che in occasione dell'entrata di Cadorna a Roma inneggia alla gloria di Machiavelli, il senso della misura con il quale i Lanza, i Sella, i Visconti Venosta affrontarono la « questione romana »: non hanno avuto per oggetto tutto qitesto che ha stretta attinenza co11 la sola tradizione da citi l'Italia possa trarre intero vanto ( la tradizione etico-p·olitica del Risorgimento, della « minoranza lirica e tragica » che riuscì a vivere quella che « parve una favola e fu un miracolo »), ma le imprese della speculazione edilizia cui si dedicarono a Roma in 1nolti nei decenni seguiti al 20 settembre del 1870 e cui si dedicano ancora oggi in molti di parte laica e di parte clericale: imprese che pure costituiscono Llna pagina di storia patria, ignobile, ma che con lo spirito che ha portato l'Italia a Roma hanno certo meno attinenza di quanta non ne abbiano avuta la carica ideologica del Partito d'azione ed il rigore politico della Destra storica. Eppitre è soprattutto nel culto della memoria risorgimentale che il nostro paese può recuperare quel sentimento dell'« identità nazionale » che prima è degenerato i11 un odioso nazionalismo e poi si è sbiadito sulla misura in cui non è avvertito e non è rièonosciuto dalle correnti che ora quarititativamente prevalgono nella vita cultitrale e politica, si tratti dei cattolici « sociali », dei marxisti, dei neopositivisti, o addirittura d'ei populisti cattolico-n1arxisti. Sono le occasioni come queste - i centenari, per esempio, le celebrazioni degli anniversari che ricordano attraverso quali grandi ed impegnative difficoltà nel passato si è costruito il presente - che consentono ad un paese di valutare con qitali forze si accinge ad affrontare il futuro. Ebbene, l'occasione del centenario di Roma italiana ci ha consentito di. valutare che molto grave è la crisi etico-politica che investe il nostro paese: molto grave percl1é si tratta di una crisi che pilò portare l'Italia allo smarrimento, appu,nto, della sua «identità 11azionale ». Ma qz,tanti sono nella classe dirigente quelli che si rendono conto di questo pericolo? Nell'editoriale del numero scorso di « Nord e Si1d » citavamo un articolo di Luciano Cavalli sul « Mulino », u11 articolo che sollevava il problema dell'« identità nazionale » e delle residue capacità 4 Bibliotecaginobianco

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