Nord e Sud - anno XVII - n. 130 - ottobre 1970

Girola1no Cotroneo o almeno qu.el che a noi sembra la verità. In questo senso - ha ag- . giunto - no11 c'è distinzione fra citltura socialista e cultura liberale-democratica ». Da qitesto pu·nto di vista il pres(igioso. leaàer del socialis1no italiano ha certa,,nente ragion.e: resta tuttavia il fatto che proprio la cultura socialista o un certo tipo di citltura socialista, sbagliando grossolanamente il bersaglio, ha avversato sopra tutte proprio quella cultura liberale e democratica, che ne costituiva non solo la matrice, ma anche il co1npletarnento ( o, se si preferisce, alla quale la cultura socialista dava il cornpletamento). E ancora resta il fatto concreto che questa posizione, questo con.vincimento non si è completamen.te radicato nella classe politica né in quella i11et llettuale, dove le conseguenze culturali della « politica delle cose » non sono state tratte con qitella lucidità con cui le ha tratte Nenni, e si è rimasti arLcorati a un empirismo politico che lza sempre cercato di eludere il discorso di fondo. Valga p·er tutti un esempio: la rifor1na della scuola che è stata considerata sempre uno dei punti qitalificanti di ognuno dei governi di centro-sinistra dal 1962 a oggi e che è rimasta senipre giacente agli atti, e che lo è ancora 1nentre la scuola italiana attraversa quella che è forse la crisi più grave di tutta la sua storia. Perch,é qttesto? Proprio perché qui soprattutto· era necessario operare quella scelta cultitrale di fon.do, senza la qitale itna rif or1na della sciLola appare del ti-ttto irrealizzabile. Le precedenti riforn1e, da qu,elle « p1 ositivistiche » post-unitarie, a quelle « idealistiche » erano sen1pre ispirate a u.n preciso progetto culturale: se ne dica pure tutto· il male che si vuole, si dica pure che erano frutto di una scelta « di classe », nia venivano comunque da una scelta cultitrale di fondo. Certa111ente oggi le esigenze ,çono diverse, esiste oggi it11a multilateralità di interessi, la sc11ola va senipre più perdendo il carattere « classista », ma proprio per questo il chiarimento di fondo era ancor più necessario, più urgente. Poiché questa scelta non è stata fatta, poiché per anni si è rimasti irretiti nel falso problema delle « due cultu.re », o peggio ancora irz quello dell'insegnamento del latino, qualunque progetto di riforma della scuola è rimasto allo stato velleitario. E questo, con sfitmature e 1notivazion.i div_erse che si posso110 dare, vale per tutte le altre riforn1e rimaste allo stato di progetto. Si deve allora dare ragione a Nicola lv!.atteucci che. inaugurando la nuova serie de « Il Mulino » con un dibattito sit Il populismo degli anni Settanta, ha scritto che « il rif ormis1no lza cominciato a segnare il passo anche perché non ha avuto o meglio non ha volitto trovare un solido retroterra cillturale »? E che non ~o ha trovato proprio perché il filone laico e liberale della nostra cultura ha finito con l'essere « emarginato e isolato » dai due opposti integralismi - qu,ello cattolico e quello co54 Bibiiotecaginobianco

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