Nord e Sud - anno XVII - n. 130 - ottobre 1970

LE IDEE DEL TEMPO Le scelte culturali Non c'è ormai più nessuno che, parlando del nostro ten1po, non dica che stiamo attraversando un periodo di crisi, che la nostra è un'età di transizione i cui sbocchi è difficile prevedere. Personalmente siamo convinti che tutte le età siano « di crisi » e più ancora « di transizione », visto clze, con1e g·ià diceva Leopardi 11el Dialogo di Tristano e di un amico, « tutti i secoli piit o meno, sono stati e saranno di transizione, percl1é la società un1-ana no11 istà mai ferma, 11é mai verrà secolo nel quale ella abbia stato che sia per durare »; per cui questa è una scusa che nessitno pitò accampare per giustificare il tempo presente e per n.on assumersi responsabilità di fronte ad esso. Quello cl1e taluno ama cl1iamare « il n1ondo della sictlrezza », quelle che si rimpiangono come le « belle età » in cui era piacevole vivere, altro non sono che costruzioni storiografiche, arbitrarie composizioni dei co11flitti che lacerano qitelle e_poche, dettate forse d~ quello strano sentimento che ci fa illusoriamente credere, co,ne a1nava dire Ortega y Gasset, che « cualquiera tiempo pasado fué major ». Ma, detto questo, resta certa1nente il fatto che viviarno un'epoca il cui svolgime11to è certan1ente più accelerato che non le precedenti, in cui lo spazio e il tempo ha·nno assunto di1ne11sioni nuove, impensate fino a pochissi1ni a,zni addietro: da qui il fatto· che la « crisi » è più appariscerzte, le situazion.i più dra1nmatiche, l'incertezza più grande. Ma soprattutto - e questo è forse ciò che veramen.te differenzia qualitativamente questa epoca dalle altre - viviamo tln'età cl1e si rimette continuamente in disc1,tssione, che sen1bra non trovare 11eppure per un at., timo l'ubi consistam, che ritiene superato e insufficiente ciò che solo ieri costituiva la novità rivolilzionaria. Mai come in quest'ultimo quarto di secolo abbian10 visto nel nostro paese avvicendarsi una serie di mode culturali, dall'esistenzialismo dei primi atzni del dopoguerra, allo strutturalismo e alla scienza antropologica dei nostri giorni, la cui durata non è mai riitscita a superare il classico espace d'un 1natin. Tutto ciò non può non convincerci - a11che se riteniamo di n.on dire affatto u.na novità - che la nostra crisi è soprattutto una crisi di « cultura » e che gli equivoci di cui è stato costellato l'ulti1no venticinqtlenn.io di vita italiana - e cl1e sono esplosi drammatica,nente negli ultimi due o tre anni - siano soprattutto dovu.ti a i,na 111ancata chiarificazione cultu52 Bibliotecaginobianco

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