Giulio Picciotti presenta pertanto una « incentivazione economicistica » non accettabile. (Gabaglio ). Anche le tesi del MPL sono per l'autoge:stione, definita « il tentativo di dare contenuto alla formula: il potere alla classe operaia », che così « raccoglie e coordin.a una serie di bisogni umani irriducibilmente non assimilabili nel neo-capitalismo privato e di Stato ». « La lotta per l'autogestione non può assolutamente portare ad un processo di integrazio11e all'interrio del sistema, purché 01Jvia1nente non la si deformi in _proposta tecnica ». L'autogestione è sostenuta anche « per la conditziorie della terra a svlzntaggio dell'azienda familiare e di quella con salariati » (25 tesi). Infine è negata la « strategia delle riforme » perché non risolutiva dei problemi della società italiana, mentre la lotta per le riforme è accettata q11ale strumento per la conquista di poteri. « In sostanza la 'strategia delle rifor111e' è fa/,"ita sia nella ipotesi di u11 riformismo rivolitzio11ario, tale cioè da avviare un processo concatenato di rifor111e sboccanti in un salto qitalitativo, e non poteva essere altrin1enti, data la forte inerzia della nostra società; sia nella sua interpretazione 1noderata di pura e se111plice razionalizzazione del sistema capitalistico che accuratamente evitasse ogni n1utamento negli equilibri di potere. Qitesta prospettiva, · sostanzialmente integratrice, per di più è fallita non solo per i condizionamenti delle forze più arretrate del nostro capitalismo e per la inefficienza della classe dirigente politica e dello stesso apparato statale, ma in questo caso anche per la lotta che lavoratori e sindacati hanno sap1!,t0 condurre contro ogni politica dei redditi, ritenuta indispensabile per la cosiddetta ' razio11alizzazione del sistema -' ». « L'obiettivo della strategia delle riforme è dunque per noi la creazione di u11.ade1nocrazia socialista, ove democrazia ha anche il significato di integrale libertà di manifestazione e organ.izzazione del dissenso e di opposizione con pienezza di diritti e quindi anche con diritto di succedere nella gestione del potere » (25 tesi). Come strumento operativo central~ si propone « una seria ed efficace programnzazione nazionale di tipo coercitivo, che stabilisca · gli obietti-vi globali cli svilu.ppo che dovranno essere realizzati e comunque rispettati dai programmi economici regionali, ferma restando la con1petenza di questi ultimi a fissare gli obiettivi di settore· e a progra1nn1are tutti gli interventi pubblici nelle materie di competenza re.gionale » (25 tesi). Anche le ACLI sostengono la « finalizzazio11e della produzione attraverso una pianificazione vi11colante e den1ocratica » ( Gabaglio ). 44 Bibliotecaginobianco
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