·' Il secondo partito cattolico vano avatzti l'attività dell'Associazione. l.10 scioglimento dell'Acpol e la costititzione del Movimento Politico dei Lavoratori - aggiungevano - conferma in modo definitivo questo processo. Ma è chiaro che si tratta di zin gesto che non pitò vederci i11nessun 1nodo coinvolti se non come spettatori: il luogo in cui svolgere un'azione politica ' di classe, internazionalista, laica autonomistica ' come dice la dichiarazione costitutiva del Movin1ento, per noi esiste da tempo ed è il nostro partito, il Partito Socialista Italiano » 6 • Il colpo più forte alla distruzione del castello di Labor è venuto dal partito comunista, quel partito che l'Ac.p·oL aveva inteso implicare per la ristrutturazione della sinistra, una sinistra nella quale il nuovo classismo cattolico si ponesse sullo stesso campo e con la stessa autorità del classismo più strettamente marxista, riconquistando ai cattolici un'egemonia a sinistra, almeno sul piano dell'iniziativa politica. Il PCI aveva infatti operato t1na scelta strategica, che Labor a,,eva sottovalutato o aveva ritent1to reversibile a -breve scadenza. Era la scelta del colloquio diretto con la DC nelle due ipotesi alternative: 1) dell'apertura ai comunisti da parte di una nuova segreteria den1ocristiana a indirizzo moroteo con la partecipazione in linea dominante della corrente di sinistra·« Forze nuove»; 2) della progressiva apertura al PCI « nelle cose», con implicazioni « assembleari » nei due rami del Parlamento, operata dallo stesso gruppo moderato democristiano. La prima alternativa aveva cominciato a presentarsi con l'uscita di Moro dalla maggioranza dorotea nel novembre '68; la seconda veniva a delinearsi con la stessa decisione del preside11te del Consiglio designato Andreotti, nel ,_corso della crisi del luglio scorso, di ascoltare il PCI prima della definizione del programma del gabinetto (alla cui forma-- zione il capogruppo dc della Ca1nera avrebbe poi dovuto rinunciare). In questa duplice prospettiva, e 11ella volo.ntà di sottrarsi ad uno scontro fro11tale che sarebbe stato inevitabile nell'eventualità di elezioni politiche anticipate, fu il PCI a sostenere più di ogni altro partito la stabilità della form.ula di centro-sinistra, opponendosi al cosiddetto « partito della crisi ». Con ciò i comunisti riconoscevano implicitamente che uno scontro frontale in campo elettorale non avrebbe portato ad uno spostamento a sinistra dell'asse politico, dopo le riperct1ssioni dell'at1tunno caldo, con1e invece mostrava di credere il PSIUP, che dell'autunno caldo sindacale era 6 « Avanti! », 9 luglio 1970. 39 Bibliotecaginobianco -
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==