... Francesco Compagna quanto infine riguarda la terza preoccupazione, c'è una premessa -e c'è una conseguenza. La premessa: finalità prevalente della programmazione dev'essere di consentire alle_ regioni più deboli di progredire più rapidamente di quanto, spontaneamente, non progrediscano le regioni più forti. La conseguenza: l'elaborazione ed in particolare l'articolazione regionale della politica di piano devono essere contrattate con gli organismi operanti a livello regionale dagli organismi centrali della programmazione, ma - come osserva giustamente ~~lfredo Testi in Sviluppo e pianificazione regionale - è a questi ultimi che devono comunque e sempre competere non solo le verifiche di coerenza fra le proposte delle varie regioni, ma anche tutte quelle decisioni e tutti quegli interventi che possono influire sulla distribuzione regionale degli investimenti: specialmente gli interventi che si riferiscono alla realizzazione delle infrastrutture di interesse interregionale e le decisio11i che si dovessero riferire alle scelte di localizzazione dei blocchi di investimenti ind11striali contrattati con le grandi aziende. Per concludere: è auspicabile una larga concordanza di opi- ' nioni politiche su questo punto: che la Regione si qualifichi come interlocutore degli uffici centrali della programmazione e non come contestatore di obiettivi che, in quanto già fissati in sede di valuta-· z zione politica degli interessi generali del paese, non possono essere non diciamo modificati, ma neanche discussi: né dalla Lombardia, né dalla Basilicata. Piaccia o non piaccia, l'esercizio dell'autonomia regionale, che si vuole ampia, deve, perché possa con.ciliarsi con l'efficienza della programmazione, essere pràticato con la capacità di questa autolimitazione del proprio ruolo da parte delle Regioni; alla quale autolimitazione, deve, d'altra parte, corrispondere dal centro la volontà politica e la capacità tecnica di promuovere uno sviluppo più equilibrato di qt1ello che finora ha investito il paese e che ha provocato quei gravi problemi di degradazione delle sue più dinamiche città· dai quali abbiamo preso le mosse per questa rassegna dei problemi che si sono posti nella prospettiva di una riabilitazione della politica di piano, di una corretta attuazione dell'ordinamento regionale, di un efficace rilancio dell'intervento straordinario per lo sviluppo del Mezzogiorno. Quanto alla questione del rinnovamento della classe dirigente meridionale, del buongoverno regionale e non soltanto regionale, delle regioni del Sud che devono diventare efficienti come e più di quelle del Nord, non si deve concedere nulla ai facili e strumentali ottimismi. Soltanto se ben avviata, l'esperienza regionalista 22 Bibiiotecag inobia·nco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==