Nord e Sud - anno XVII - n. 130 - ottobre 1970

« Il » problema: vecchi e nuovi termini risce di ricorrere a misure di scoraggiamento delle localizzazioni industriali in zone di consolidata piena occupazione; ora cl1e le nostre previsioni sull'aggravamento dei fenomeni di congestione demografica, urbanistica, industriale nelle aree metropolitane del Nord hanno ricevuto prima a Torino (la polemica sulle conse·guenze della localizzazione a Rivalta Torinese di uno stabilimento della Fiat) e poi a Milano una verifica ed una conferma, noi possiamo du11que riconsiderare l'opportunità di accertare e di decidere a q_uali strumenti si deve ricorrere per predisporre un'efficace disciplina delle localizzazioni industriali; aggiunger1do che è sempre meglio tardi -cl1e mai. M_a sappiamo bene che, se anche molti degli argomenti adoperati contro i « disincentivi » cui voleva ricorrere Giolitti sono caduti, o si sono indeboliti, ce n'è uno, di questi argomenti, che sarà riproposto da coloro i quali non sono convinti dell'opportunità di predisporre una nuova disciplina delle localizzazioni industriali. Si dirà, cioè, che i disincentivi non hanno dato luogo agli auspicati dirottamenti delle localizzazio11i industriali, non hanno co11tribt1ito come si sperava alla decongestione di Londra e di Parigi, né all'industrializzazione della Scozia o dell'Aquitania. Sennonché, per quanto riguarda la valutazione dei risultati cl1e mediante la disciplina delle localizzazioni industriali si possono ottenere, e di quelli che sono stati effettivamente ottenuti quando tale disciplina è stata effettivamente applicata, si può riferire di due a·utorevoli testimonianze, l'una per la Francia e l'altra per la Gra11 Bretagna. S0110 testimonianze che del resto già chiamammo i11 causa nella polemica del 1964 e che sono ancora valide ed attuali. I disincentivi sono stati predisposti per Parigi nel 1955 e nel decennio successivo la popolazione della città è aumentata di 1.500.000 abitanti. M.a si può ritenere per certo che tale aume11to « sia stato frenato di t1n terzo grazie alla politica di decentramento industriale »; e cioè, ancl1e e forse soprattutto perché a partire dal 1955 s'è fatto ricorso ai disincentivi e si è deciso che, per localizzare nella regione di Parigi nuovi impianti industriali, si deve ottenere un'autorizzazione da concedersi soltanto in casi veramente eccezionali. Sembra giusta quindi la considerazione di Pierre George, uno dei più autorevoli studiosi francesi di geografia urbana: se dal decentramento di fabbriche « già domiciliate nella regione di Parigi » non ci si può attendere risultati « più spettacolari » di quelli che si sono ottenuti (e che tuttavia si sono ottenuti in una certa misura, il che offre un fondamento anche al suggerimento di Bassetti relativo alla possibil~tà di contrattare il dece11trar11ento al 13 Bi biiòtecaginobianco

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