Nord e Sud - anno XVII - n. 130 - ottobre 1970

Francesco Compagna Bretagna prima ed in Francia poi aveva dato origine ad u11a disciplina delle localizzazioni industriali; e noi scrivemmo allora (sul « Mondo » del 1 ° settembre 1964) che, se ançhe « la congestione ai vertici del triangolo industriale dell'Italia nordoccidentale non è quantitativamente paragonabile a quella della regione di Londra e della regione di Parigi, da un punto di vista qualitativo il paragone si può e si deve fare: ne ris11lta che tutti i fenome11i caratteristici della congestione sono ormai operanti e che, se non si predispongono tempestivamente freni adegua.ti, avremo in un prossimo domani una situazione che anche dal punto di vista quantitativo sarà paragonabile a quella che ha costretto gli inglesi ed i francesi a ricorrere per Londra e per Parigi a misure che vietano nuove localizzazioni di gra11di impianti industriali ». Meglio prevenire fin da oggi, scriven1.mo; meglio intervenire prima che i mali abbiano a diventare troppo gravi. Volevamo dire, insomma, che la situazione italiana era me110 grave di quella che aveva costretto inglesi e francesi a predisporre i. disincentivi per Londra e per Parigi, ma solo perché eravamo ancora in tempo per evitare che a Milano ed a Torino la congestione diventasse altrettanto grave di quella riscontrabile a Londra ed a Parigi. Questo scrivevamo. allora, nel 1964; ed oggi non diciamo che a l\Ailano ed a T'orino la congestione è diventata altrettanto grave di quella che è a Lo11dra ed a Parigi, ma possiamo ben dire che è diventata assai più grave di quanto non lo fosse nel 1964. Più che mai, quindi, risulta che avevano ragione quegli studiosi che da tempo hanno insistito sulla necessità di « guid·are » le decisioni relative alla localizzazione di nuovi impianti industriali: di guidarle con indicazioni politiche direttamente o almeno indirettamente vincolanti. E risulta, altresì, che avevano ragione quegli uomini politici e quegli esperti della programmazione economica che si erano resi conto del valore cl1e potevano assumere i disincentivi come strumento per correggere la « distorsione ottica » ( così ebbe a definirla Augusto Graziani) in base alla quale le imprese private considera110 certe localizzazioni preferibili rispetto a·d altre, solo perché i costi di congestione sono accollabili alle fi11anze pubbliche (e le localizzazioni che esse preferiscono sono appunto quelle che - come la situazione attuale di Milano, e no11 di Milano soltanto, eloquentemente dimostra - riescono poi le più dannose dal punto di vista degli interessi generali del paese). Ora che a Milano si sono diffuse le preoccupazioni che erano le nostre fin dagli inizi degli anni '60; ora che anche Bassetti sugge12 Bibliotec-aginobianco

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