Antonio Palermo zione 22 , qui, in Dio ne scampi dagli Orsenigo sembra dun·que aver raggiunto l'autosufficienza della piena maturità esp•ressiva, confermando così quanto un'elementare in-dagine tematica mostra di acchito, essere cioè il ritratto dell' Almerinda Orsenigo l'edizione più compiuta di un disegno tentato sin dagli esordi narrativi: con un sospetto non lieve di militainte autobiografisn10, Quattr' Asterischi lo aveva p,refigurato descrivendo la Merope che leniva le sue ferite 23 • Neppure la dimensione favolistica, che pur raggiunge i risultati de Le tre maruzze (del 1875) o di Mas tr' Im.picca ( del 18 74), riesce a tanto giacché in queste prove l'ostentata struttura di apologo fa sentire al lettore un monito anche durante i momenti più fiabeschi - ce ne so1 no molti -· che spesso rimane tale, quindi senza potersi tradurre in quell'oggettivo ulteriore arricchimento del significato che da tanti segni sembra essere inequivocabilmente preteso. Lo stesso accade con Per questo Cristo ebbi a farmi Turco ( 1883), la cui .possibile fruizione disinteressata, nella linea della n·ovellistica con motto, o battuta finale, è op·p·ortuno, che. valga solo come sollecitazione a non perdere mai di vista quanto vigore apporti alle pagine narrative di Imbriani la sua vena di scrittore protestatario. Distorta, o meglio malamente assecondata da una fittizia maturazione culturale, essa dà luogo alle sue rabbiose e 1niopi ed eteronome imp·ennate politiche - affini, nella sostanza, se non 11ell'in tensi tà a quelle di no,n pochi suoi colleghi poeti e narratori, tanto meno aneddotici di lui -; nel giusto alveo, co,struito con tutta la sua dovizio,sa scienza della letteratura, no·n co,rro,de invano le cristallizzazioni industriali-espressive della fine del seco,Io•. ANTONIO PALERMO 22 Grazie ad essa, anche le sue prove narrative. piu tranquille, quelle cioè in cui la scrittura non se1nbra affatto irridere alla moderazione, possono conoscere dei momenti imprevedibilmente inventivi. In Auscultazione, un'altra novella del voi. Ghiribizzi, quest'arte fa da clausola al remoto ritrovarsi di due fedifraghi: « ~ 'Proprio non sapete chi mi sia? Non ve ne ricordate piu?' [ ...] - 'Rosalia! ' - sciamò il medico, risovvenendosi ad un tratto - ' Si, sono la Signora Caropreso ' - disse la Rosalia freddan1ente, ritirando le mani e riabbandonandosi dignitosamente a sedere sulla poltrona. Era stata mortificata, doveva mortificare: sette e cinque per diece » (cfr. V. IMBRIANI, Critica d'arte e prose narrative cit., p. 199). 23 4' Innanzi agli occhi di lei era sparita ogni cosa tranne me: un giorno trovai sul tavolino una lettera di casa sua che dal bollo riconobbi esser giunta da una settimana e che pure essa non si era mai curata di aprire. Pregiudizi sociali e religiosi, scrupoli, affetto materno, tutto mi offriva in olocausto e senza farmelo sentire, come cosa dovuta, epperò voluta. Povera donna! ed io accettava »; per concludere - dopo di aver osservato: « Non comprendo che gusto abbia a 'regnare, chi non ha usurpato il trono » -: « ..• e scommetterei che si sarebbe risentita come d'un insulto se alcuno (ma non vedevamo anima viva) avesse supposto ch'essa non era la mia druda» (Merope IV cit., pp. 197-198). Direttore Responsabile: Francesco Compagna .. Condirettore: Giuseppe Galasso - Vice-direttore: Rosellina Balbi - Segretario di Redazione: Renato Cappa - Redattore capo: Ernesto Mazzetti. Tipografia « La Buona Stampa », Via Roma 424, Napoli - Spedizione in abbonamento postale. Gruppo III - Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Napoli N. 1324, 26 gennaio 1960. Printed in ltaly - Tutti i diritti di proprietà letteraria ed art. riservati. Bibiiotecaginobianco
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