~ « Il » proble1na: vecchi e nuovi termini Sono i « certificati di idoneità all'insediamento » che da tanti anni costituiscono in Gran Bretagna il principale strumento della politica di localizzazione delle industrie. Ed erroneamente, o tendenziosamente, si è detto, nel riferire quanto si legge, a _questo proposito, nella relazione previsionale e programmatica, che si pensa di « ricorrere ad un sistema simile a quello della legge sui nuovi impianti industriali che venne abolita nei primi anni di questo dopoguerra » (così Angelo Conigliaro sul « Corriere della Sera » del 1° ottobre). ·Quella legge fu voluta dal fascismo per tutelare privilegi corporativi, mentre il sistema delle « misure di tipo inglese » cui si vorrebbe ora ricorrere, e cui non fu possibile ricorrere nel '64, ha la finalità di contribuire alla correzione degli squilibri regionali e comunque di evitare che la conce11trazione delle industrie dia luogo alla congestione delle città. A questo proposito, vale la IJena di ricordare q.uanto scrivevamo nell'agosto del 1964 per dimostrare cl1e la proposta giolittiana, di ricorrere ad un sistema di adeguati disincentivi per le aree metropolitane del Nord investite da un patologico processo di urbanesimo, non era affatto 11na proposta « eversiva » come poteva sembrare ad ambienti della destra economica, né dissennata come poteva sembrare allora agli amministratori lombardi e torinesi. Il ricorso ai disincentivi, e in particolare ai «_çertificati di idoneità \ all'insediamento », era stato suggerito da alcuni esperti italiani di cose econonrtche ( araceno, tl compianto Moli.nari, Turco, Ventri- ~ glia ed altri) non per « contestare il sistema », e disintegrarlo, ma proprio per evitare che il « sistema » della nostra industrializzazione finisse con l'essere paralizzato per le contraddizioni da esso stesso suscitate ed esasperate. Del resto, a11che un rapporto della Commissione Economica Europea aveva nel 1955 suggerito di integrare, ai fini della politica di sviluppo regionale, l'esperienza di tipo italiano (la politica meridionalista del 1950) con l'esperienza « di tipo inglese»: con provvedimenti, cioè, che in Gran Bretagna erano stati adottati fio dal 1931 (e poi via via fperfezionati) e che, mutatis mutandis, sono stati imitati dalla Francia. Si obiettava, d'altra parte, che provvedimenti del genere, di nuova disciplina delle localizzazioni industriali, orientati ai fini di una più equilibrata distribuzione regionale dell'industrializzazione, non fossero convenienti per una realtà come quella italiana e che, anzi, se applicati alle nostre aree metropolitane, sarebbero riusciti controproducenti. Fu facile, però, confutare questa obiezione, affermando che la realtà italiana cominciava a somigli~re notevolmente a quella che in Gran 11 Bibiioteca·ginobianco
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