.. Antonio Palermo scia vili1 pen1dere, né p1 ar, 1 che gliene coglia; e del p-atere isuprem.o ha 'l no,m.e e rinunzi·a la sostanza. E.ppure suol di1 rsi per proverbio che il con1andare è più dolce del fottere » 2 ; « ... chiunque ha cruccio alcuno in questa bella piatria di Venere e del cavolfiore [ ...] sfoga il risentimento, sco,rbaochiando, sputacchiando, scornacchiando questo re d' miei coglioni » 3. Ma per quanto possa essere utile tracciare un ritratto dell'Imbriani con questa angolazio,ne, ovvero, per far cenno a un'altra p,arimenti essenziale, attribuendogli il ruolo che gli spetta nella storia dell'utopia del secondo Ottocento - il frammento di romanzo Naufragazia, ·proba·bilmente del 1866 4, è soltanto l'aspetto più esplicito di una dimensione che può abb,racciare larga parte della sua opera -, di ancor pit1 stimolante interesse, ci pare, è la preliminare individuazion·e dell'area dove il suo « di'spetto » ha lasciato un segno più immediatamente leggibile. A farne una sorta di Farinata della nuova Italia, è opportuno ricordarlo, pirovvide in giovani,ssima età Benedetto Croce. È infatti del1'83 il suo primo scritto su di lui: una recensione a Dio ne scampi dagli Orsenigo 5 , l'opera narrativa di maggior imp·egno dell'Imbriani che in qu,ell'ainno l'editore Sommaruga pubblicava in volume - m,a che già era apparsa nel '76 su un periodico napoletano 6 --; ad essa seguì nel 1904 il saggio poi entrato nella Letteratura della nuova Italia e, nel 1907, una rappresentativa antologia di testi narrativi e critici dell'lmbriani, che a sua volta fu con·siderata t1n esempio e un invito 7 • Né, negli anni successivi, l'interesse del Crooe v,enne meno· 8 ; cosicché Imbriani si è trovato a beneficiarne in una misura che pochi altri scrit- _tori gli possono contendere. Quest'at,tenzione così a lungo viva, per un autore, appunto, che lo aveva impressionato nella sua prima giovinezza 9 , è rimasta p,erò anche fortemente condizionata, in tanti decenni, sì da dare l'im·pressio 1 ne che all'antologia curata da G. DoRIA: V. Imbriani, Critica d'arte e prose narrative, Bari 1937. 2 La novella del Vivicomburio cit., p. 20. 3 Ibidem. 4 Cfr. la « Nuova Antologia» del 1° agosto 1934, pp. 369-379. Fu pubblicato a cura di Gino Doria, che ne congetturò la data di composizione (cfr. pp. 379-381). s Ripubblicato poi "in B. CROCE, Iuvenilia 1883-1887, Bari 1914. 6 Cfr. l'appendice bibliografica dell'antologia del Doria, cit. 7 Dall'antologia del Croce - V. Il\JlBRIANI, Scritti letterari e bizzarrie satiriche, Bari 1907 - derivarono, ad es., pur nella loro compiuta autonomia: Le piu belle pagine di Vittorio Imbriani scelte da Francesco Flora, Milano 1929 e il volume curato dal Doria. 8 Si veda, ad es., V. IMBRIANI, Il mondo e l'altro mondo. De' quattro novissimi. Dialogo escatologico, a cura di B. Croce, Bari 1943. . 9 « ... la figura dell'Imbriani è tra i piu cari ricordi della mia adolescenza. Allora, ~ cioè nel 1882 e 1883 -, tre volte la settimana, il lunedi, il mercoledi e il venerdi, all'uscir dal liceo, io correvo in quattro salti all'università ad ascoltarvi, con indicibile interesse e diletto, le lezioni di letteratura italiana di Vittorio Imbriani » (B. Croce, Intr. a V. IMBRIANI, Scritti letterari e bizzarrie satiriche cit., p. XIII). 122 Bibliotec-aginobianco
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