Nord e Sud - anno XVII - n. 130 - ottobre 1970

Recensioni si articola su un'analisi teriritoria1e che in modo sistematico collega il p,rogetto sanitario con i ,progetti di sistemazione urbanistica, industriale ecc. e più in generale con le previsioni e le proposte di sviluppo economico della regione ( « La natura stessa dei problemi sanitari implica l'attenta con,siderazione del modo di distribuirsi dei processi evolutivi socio-economici per programmare anche in base a questi il necessario sviluppo dei servizi; ed è tra l'altro in questo ambito che a livello regionale può realizzarsi l'articolazione terri!toriale degli interventi anche se una problematica così particolare come quella sanitaria ha un suo retroterra che può coincidere o ,meno con il comprensorio socio-economico ma che di questo indubbiamente deve tener conto». Pag. 9). A,i fini della programn1azione dei servizi sanitari, il Bruni (che per il suo lavoro si è valso della collaborazione dell'A·ssociazione degli Ospedali Lombardi e ·del Centro Italiano per la ricerca sanitaria e sociale) distingt1e nella regione lombarda due subregioni, quella della pianura e della collina e quella montana e marginale; e ricon·duce la situazione territoriale a quattro modelli: zona metropolitana milanese, zone urbane, zone rurali con facilità di comunicazione, zone pedemontane e alpine. Ciascuna di queste zone è vista, nel piano sanitario, come un problema specifico, in rapporto a pochi parametri: livello di sviluppo economico, tendenze demografiche, stato delle vie di comunicazione. I problemi sanitari della zona metropolitana, connessi agli effetti negativi della massiccia con·centrazione urbana e in·dustriale e degl'imponenti processi migratori, evidentemente sono diversi dai problemi di zone rurali di pian,ura o di centri urbani minori, sede di limitati processi migratori o di minore concentrazione in1 dustriale. « Il problema di fondo della regione - scrive Bruni - per quanto riguarda l'org·anizzazione dei servizi sanitari, è quello di realizzare un equilibrio accettabile tra la necessaria concentrazione delle strutture nelle zone demogriaficamente e socialmente dense e la conternpo-ranea cop1 ertura, per ciò che concerne la presenza dei servizi di base a carattere tipicamente diffusivo, anche delle aree di eso1 do o di scarso incremen,to demografico. È il problema quindi delle frange marginali di alcune province lom.barde prevalentemente localizzate a nord d·ell'arteria autostradale Torino-Trieste, province che nel lo,ro complesso presentano, ad esempio, un reddito pro-capite tra i migliori d'Italia ma che sop1 portano nel loro interno dis,parità e squi .. libri notevolissimi ·e difficilmente elimin,abili ». (Pag. 16) Alle diverse zone (oui del resto corrispondono anche indici di mortalità e morbosità diversi) ·si tratta di adeguare p•resìdi sanitari diversi per ampiezza e distribuzione. Questo vale per gli ospedali (sia per la costruzione di nuovi O'Spedali o di nuovi reparti, sia per il riassetto o la trasformazione degli osp·edali esistenti) come •per i servizi sanitari di b•ase (condotte mediche e ostetriche, attivi 1 tà libere professionali, assistenza alla maternità e infanzia, medicina scol,asùica, medicin,a del lavoro, cen·tro per le malattie sociali, servizi di sanità p,ubblica, assistenza psichiatrica, farmacie, assistenza agli anziani ecc. ecc.). 119 B_.b.liotecaginobianco

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