Nord e Sud - anno XVII - n. 130 - ottobre 1970

Francesco Compagna Sud i 11uovi stabilimenti, ma anche di trasferire nel Sud linee di -produzione avviate nel Nord, quando questo trasferimento risulti tecnicamente possibile ed econon1icamente non sv~ntaggioso; e dall'altro lato, si tratta di rendere tangibilmente onerosa per le imprese la loro ostinazione a ripetere le tradizionali localizzazioni industriali, a creare nuovi posti di lavoro in zone di consolidata piena occupazione, incuranti dei costi sociali di insediamento degli immigrati che gravano sui comuni e che, nella impossibilità per questi di fronteggiarli, si devo110 poi addossare allo Stato. Si tratta comunque di far intendere chiaramente ai rappresentanti dell'Assolombarda che assolutamente non può essere accettato l'ultimo ed il principale degli argomenti che essi hanno contrapposto alle preoccupazioni degli amministratori e dei sindacalisti: non sono affatto gli enti locali e nemmeno lo Stato che devono essere chiamati a provvedere per le esigenze sociali create dall'immigrazione; perché, se così fosse ancora, noi non solo non disincentiveremn10, com'è necessario (e ora ne sembra convinto lo stesso Bassetti), la saturata area milanese, ma di fatto la ince11tiveremmo, neutralizzando così gli incentivi predisposti per il Mezzogiorno e creando una situazione a Milano e dintorni ancora più irrimediabile di quanto già non lo sia diventata. I disincentivi, d.unque. Ma sarebbero efficaci, questi disince11tivi, nelle forme proposte da Bassetti? P·are che la Pirelli e l'Alfa Romeo, a quanto riferisce « Il Mondo », avrebbero già dichiarato di essere disposte a pagare le 600.000 lire per ogni immigrato chiamato a ricoprire un posto di lavoro nei lorò stabilimenti; ma chi pagherà gli altri 5 milioni e 400.000 lire, posto che l'insediamento di un immigrato rappresenta un costo di circa 6 milioni? Gli enti locali? Non possono. Lo Stato? Al disincentivo di 600.000 lire corrisponderebbe un incentivo di fatto molto più alto. Per ora, comu11que, è importante che questi problemi siano stati riproposti, perché intorno alla loro soluzione si è riaperta una discussione con mutati atteggiamenti, rispetto al 1964, degli amministratorì del1' area milanese. E a noi sembra che ancora più importante sia il · fatto che Giolitti ne abbia approfittato per un rilancio delle sue proposte del 1964: si legge, infatti, nella relazione previsionale e programmatica per il 1971, approvata dal Consiglio dei Ministri negli ultimi giorni di settembre, che si potrebbe ricorrere « all'introduzione di misure amministrative di autorizzazione alla localizzazione degli impianti di rilevanti dimensioni da adottarsi nelle zone congestionate del paese ». 10 Bibliotecaginobianco

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