Nord e Sud - anno XVII - n. 130 - ottobre 1970

.. L'offerta di lavoro meridionale nel quindicennio 1971-85 ad un aumento delle forze di lavoro di circa 2,9 milioni di unità: la loro consistenza passerebbe dai 19,85 milioni attuali ai 22,75 milio·ni nel 1985, con un ritmo· di crescita dello 0,9% medio annuo (nel periodo 1951-70 l'aumento è risultato dello 0,45% annuo). In analogia a quanto indicato p,er la popolazio11e, l'incremento delle forze di lavo1 ro presenti, ove non si verificassero, mo1 vimenti migratori interni, risulterebbe maggiore al Sud, sia in termini relativi che in valo,ri assoluti. 3. L'espansio,ne delle forze di lavoro rappresenta soltanto, una co1nponente della futu,ra offerta a·ddizionale, essendo le altre costituite dall'esodo agricolo, che continuerà a manifestarsi co·n una certa i11tensità, nonché dal riasso·rbimento di u11a quota dell'attuale disoccup·azione ap•erta. Quanto 1 al primo fenomeno, recenti indagini condo,tte dalla SVIMEZ in merito al ridimensionamento del rapporto· popolazione-terra induco110 a ritenere che, in considerazio·ne delle attrattive esercitate dalle più elevate rimunerazioni salariali prevalenti nei setto 1 ri extra-agricoli, il numero dei lavoratori agricoli non dovrebbe superare, nel 1985, i 2,2 milioni di unità, con una diminuzione - rispetto alla co·nsistenza attuale - di 1,5 milio,ni, pari al 3,5% in media all'anno·: il rit1no di riduzione risulterebbe ovviamente più intenso al Sud ( 4,50% ), dove le retribuzioni unitarie di vastissime zone sono al limite della sussistenza, che non nelle rimanenti regioni (2,60% ), nelle quali lo scarto tra i redditi pro capite agricoli e non agricoli - pur sempre cospicuo, in taluni casi - assume minori dimensioni. Quanto al seco·ndo fenomeno, è d,a sottolineare che in una situazione di pieno impiego, quale viene qui ipotizzata per il 1985, la disoccupazione aperta do,vrebbe essere limitata ad una quota di carattere frizionale in grado di assicura:re un·a sufficiente mo,bilità settoriale e territoriale della popo 1 lazio,ne. Assumendo che tale quota si commisuri al 2% d·elle forze di lavoro presenti, senza alcuna distinzio,ne d'ordir1e territoriale, la disoccupazione si ridurrebbe di circa 250 mila unità rispetto al livello attuale, di cui 100 mila nel Centro-Nord e 150 mila nel Mez- . ~ zog1orno. Nel complesso, l'offerta addizionale di lavoro per i setto,ri extraagricoli che il Paese sarà in grado di esprimere nel prossimo quindfcennio risulterà dell'ordine ,di 4,5-5,0 milioni di unità 4 • 4 In tale an1montare non è conteggiato il riassorbimento della disoccupazione che andrà creandosi per l'emarginazione di ilnprese non efficienti e che richiederà anch'essa la creazione di nuovi posti ·di lavoro. 105 B ··bnotecagni obianGo

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