L'offerta di lavoro meridionale nel quindicennio 1971-85 dotto dalla SVIMEZ in collaborazione con il Centro per la Statistica Aziendale· di Firenze si è valutato che nei prossimi anni la po1 polazione presente abbia ad accrescersi, per effetto del movimento naturale, ad un tasso dello· 0,65% medio, annuo. Su tale sviluppo verrà ad incidere il movimento migratorio con l'estero, la cui evoluzione è da ritenere andrà gradualmente ridimensionando,si rispetto al passato: considerando· tale componente 1 , il ritmo di crescita della popo1lazione presente no·n supererà lo 0,60% annuo, analogamente a quanto è avvenuto nel periodo 1951-70; in assenza di movimenti migratori interni tale ritmo risulterà più intenso al Sud (1,00%) che non al Nord (0,45%), come appare dalla Tab. 1. TABELLA 1 STIME DELLA CRESCITA DELLA POPOLAZIONE PRESENTE ITALIANA NEL PERIODO 1970-85,IN ASSENZA DI MOVIMENTI MIGRATORI INTERNI (migliaia di unità salvo diversa indicazione) Aree Centro-nord Mezzogiorno Italia 1970 35.050 18.550 53.600 1985 37.400 21,550 58.950 valori assoluti 2.350 3.000 5.350 incremento 1970-85 composizione variazione % % media annua 43,9 0,45 56,1 1.00 100,0 0,60 · Esaminando i dati contenuti nella Tabella può rilevarsi che l'aumento della popolazione risulterà maggiore al Sud anche in valori assoluti, nonostante il fatto che le regioni settentrio,nali accolgano attualmente un numero di abitanti che è pari a circa 1,9 volte quello del Mezzogiorno. 2. Valutare in che misura l'aumento della popolazio·ne potrà trasformarsi in offerta addizionale di lavoro presenta notevoli difficoltà, date le incertezze che sussistono circa la futura di11amica dei tassi di attività in alcune classi della popolazione. I maggio,ri interrogativi si t La valutazione sconta, rispetto al passato, una sensibile riduzione dell'emigrazione netta verso l'estero in concomitanza con una più limitata disponibilità aggiuntiva -di lavoro, di cui è detto più avanti: il saldo tra espatri e rimpatri, attualmente su livelli di 50.000 persone all'anno (corrispondenti a 25-30 mila unità di lavoratori}, dovrebbe progressivamente ridursi nei prossimi anni e praticamente annullarsi nel giro di un decennio, dando luogo ad un esodo complessivo dell'ordine di 300 mila persone, corrispondenti a 200 mila· lavoratori. La partecipazione del Mezzogiorno alla formazione di tale saldo si assume pari al 100%, contro il 75-80% riscontrato nel corso degli anni sessanta. , 103 ·ibliotecaginobi neo
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