Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

·' /udustria vecchia e industrializzazione nuova ture; nel Molise, nei pressi di Termoli, per la fabbricazione delle vetture; e infine, in Abruzzo·, a Sulmona ed a Vasto per la costruzione di gruppi meccanici per autovetture. Se poi dal ramo meccanico si passa allo sviluppo dell'industria chimica, o meglio si passa ai piani di investime11to programmati per le produzioni a « valle » dei grandi complessi chimici di base già esistenti nel Mezzogiorno, si può ritenere che, anche in questo caso, notevoli passi in avanti si stanno per compiere. L'ENI, infatti, - oltre ad una industria di base a Crotone per la produzione di alluminio e magnesio· con un investimento di circa 200 miliardi e un impianto a Manfredonia nella produzione di fertilizzanti - ha in programma la realizzazione di quattro stabilimenti (in collaborazione con la Snia e la Chatillon) nella media Valle del Tirso, nel Nuorese, per la lavorazione a ciclo completo di fibre sintetiche e prodotti tessili. L'investimento complessivo previsto si aggira sui 210 miliardi e l'occupazione dovrebbe raggiungere le 7.000 unità. Analogo tipo d'investimento è previsto nella Valle del Basento. Anche per quanto riguarda l'ENI, quindi, la politica di investimenti sembra mutare a tutto vantaggio della creazione di complessi industriali manifatturieri, certamente più in grado di sollecitare la nascita in loco di im·prese sussidiarie di medie e piccole dimensioni. D'altro 1 nde, se si considerano·, accanto agli investimenti delle Partecipazioni statali, anche quelli dei grandi grup·pi privati nel settore chimico, viene confermata l'impressio,ne che nel Mezzogiorno stia per aprirsi il ventaglio delle attività industriali che, direttamente o indirettame11te, fanno capo alle produzioni delle grandi raffinerie e dei grossi complessi petrolchimici di base. La SNIA, ad esempio, ha in pro1 gramma un piano di ampliamenti e costruzione di nuovi impianti nel basso, Lazio, in ·Campania ed in Puglia, in produzioni chimico-tessili; identico programma è allo studio da parte della Rumianca e della Montedison. Nel complesso, dunque, sembra che nel corso del 1969 e nei primi mesi del 1970 la propensio,ne ad investire nel Mezzogiorno sia sensibil1nente aumentata. Resta fuori da questo breve ed incompleto pano,rama che abbiamo tracciato il terzo settore moderno sul quale è anche necessario puntare per lo sviluppo il)dustriale delle regioni meridionali: la nuova industria alimentare. Ma, sia da p·arte della SME-Finanziaria che da p·arte dell'EFIM, è pii.1 che lecito attendersi un ·consistente impegno in questo settore, non fosse altro perché questi due gruppi sono attualmente gli unici ad avere nel Mezzogiorno una grossa esperienza nella . produzione degli « alimentari moderni ». E se dai programmi si passerà alle realizzazioni concrete, sarà le~ gittimo ritenere no·n solo che ]a propensione ad investire nel Mezzo91 ibliotecaginobianco -

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