Italo Talia trasporto compresi) e chimico 1 (gomma e idrocarburi co,mpresi) accre- -scono, continuamente la loro importanza in tutti i paesi ·del •mondo ». Quindi, anzitutto il settore meccanico; per cui è ampiamente da condividere l'idea che l'IRI e le Partecipazioni statali si imp,egnino in un massiccio piano per l'inditstria meccanica, così come d'altro·nde era già emerso in occasio·ne della co·nferenza triangolare sui pro-blemi della occupazione tra Governo, lavoratori ed imprenditori, o,rganizzata dal Ministero del Bilancio• nel 1968. Ed il settore meccanico, infatti, « soprattutto, interessa l'Italia per tre motivi: a) concorre notevolmente al problema occupazio-nale - assorbe quasi la metà di tt1tta l'occupazione manifatturiera dei paesi avanzati -; b) concorre notevolmente al problema del pro·gresso- scientifico e tecnologico· - assorbe dal 50 per cento all'80 per cento delle spese di ricerca scientifica di tutta l'industria -; c) è a basso coefficiente di capitale - un posto lavoro costa mediamente 1/10 rispetto alla chimica». Inoltre, va anche osservato che « se si esaminano i sei paesi più industrializzati del mo·ndo occidentale, l'Italia presenta la più bassa quota di produzio·ni meccaniche nel pro,dotto lo,rdo manifatturiero, 26,8 p-er cento co-ntro. quote varianti dal 31,5 per cento al 41,7 per cento; la più bassa quota meccanica nell'occupazione manifatturiera, 30 per cento, co·ntro quote varianti dal 33 per cento al 47 per cento; la più bassa quota di meccanica strt1mentale (beni di investimento e pro- · dotti intermedi) sulla produzione meccanica co1nplessiva, 68,9 per cento contro quote varianti dal 78 per cento all'85 per cento ». È difficile dire fino· a che punto gli impegni assunti per il Mezzogiorno (per o·ra soltanto· sulla carta) dalle imprese pubbliche e private, riusciranno 1 a co•prire, nel prossimo futuro, questo buco che esiste nella struttura industriale italiana. No-n vi è dubbio però che un grosso passo in avanti si è fatto· anche soltanto considerando, i programmi dell'IRI per quel tanto che è stato reso di pubblico dominio. A questi vanno poi aggiunti, sempre per quanto riguarda il comparto meccanico·, quelli dell'EFIM (oltre 80 miliardi di investimenti a Bari in apparecchiature elettroniche e pro,dotti termo-meccanici) e l'articolato pro·gramma d'investimenti della FIAT. Com'è noto la casa torinese, oltre alla collaborazione con l'IRI per quanto riguarda l'Aeritalia, ha programmato, investimenti nel Mezzo-giorno) per 245 miliardi co·n una occupazione prevista che si aggira sulle 18.000 u:nità. In particolare, la FIA'f investirà in Puglia (Brindisi per la costruzione di motori aeronautici e montaggio di motori meccanici, Nardò per la realizzazio·ne -di piste per la sp1 erimen.tazione di componenti ,di autoveicoli, Lecce per la costruzione di macchine edili, Bari per il montaggio· di vetture); nel basso Lazio, nella zona di Cassino, per la costruzio-ne di parti di autoveicoli ed il montaggio 1 delle vet90 Bibliotecaginobiahco
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