Industria vecchia e industrializzazione nuova (poche in verità) a svincolarsi in alcuni anni dalle pesanti ipoteche tecnologiche american.e ». Per ora ci dobbiamo ancora accontentare di notizie estremamente vaghe. E cioè che per l'IRI « diventa estremamente rilevante poter basare i propri disegni di sviluppo in questi settori in stretta correlazione con la crescita a lungo termine di altri settori in vario modo com·plementari (come le telecomunicazioni, i trasporti aerei, la siderurgia e l'automo,bile) »; e che « le iniziative nel settore elettronico ripropongono d'altra parte alla nostra attenzione - nella misura in cui sono previste di rilevanti dimensioni e di grande impegno• tecnologico - il tema dell'intervento nel Mezzogiorno e del processo di ristrutturazion-e del no·Stro sistema indt1striale ». Tutto questo ovviamente non è sufficiente per tranquillizzare l'opinione pubblica meridionale, se si ricorda quanto si è detto in precedenza circa il progressivo smantellamento del tradizionale apparato industriale del Mezzogiorno, e se soprattutto si pensa che questo smantellamento, oltre a provocare una diminuzione nei livelli di occupazione, ha provocato anche estesi fenomeni di sottoccupazione e dispersione di personale già parzialmente o totalmente addestrato; circostanza tanto più grave in una situazione come quella del Mezzogiorno, in cui la scarsa qualificazione delle forze di lavoro costituisce oggi uno degli ostacoli più seri all'avvio di un processo di sviluppo. Per poter dunque ritenere che ci si trovi effettivamente di fronte ad una svolta decisiva nella politica di i11dustrializzazione del Mezzogiorno, alla vigilia della creazione di una nuova, pit1 moderna ed efficiente struttura indt1striale, è necessario che il grosso impegno finanziario messo in cantiere dall'IRI e dalle Partecipazioni statali in genere, venga specificato e dettagliato sia per quanto riguarda i settori e le singole iniziative, sia per qual che co11cerne le ubicazioni ed i territori che ne saranno interessati. Non vi è dubbio, infatti, che se la nuova politica dell'IRI vuole da una lato porre rimedio alle maggiori deficienze strutturali dell'apparato industriale italiano e, dall'altro, porvi rimedio nel Mezzogiorno, questa politica non può e no,n deve prescindere dagli obiettivi che si pongono allo sviluppo economico_ del Mezzogiorno nella attuale fase storica. Piena occupazione, soprattutto, attraverso un diverso impulso nei settori nuovi, fino ad oggi carenti nella nostra struttura industriale: ricerca scientifica e progresso tecnologico. « A fronte dei settori industriali . più tradizionali » - come osserva Nicola Cacace nell'articolo prima ricordato - « che in tutti i paesi perdono gradualmente peso produttivo ed occupazionale - come il tessile, gli alimentari tradizionali, l'abbigliamento e le calzature artigianali, ecc. - i settori meccanico (mezzi di 89 · Biblibtecaginobianco -
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