· Enzo Vellecco stero dell'Industria oltre duemila do•mande per un importo superio,re ai 300 miliardi di lire 6 • In attesa della approvazione di un disegno· di legge, riguardante l'integrazio,ne degli stanziamenti per la co1 ncessione di contributi sugli interessi, già all'esame della: Co,mmissione Finanze e Tesoro del Senato (e peraltro· sollecitato da più parti), il Mediocredito centrale si è visto co,stretto ad accogliere, in lt1glio, 356 domande di finanziamento « con riserva, in attesa di fondi ». Potrebbe essere sufficiente questo• episodio p·er chiarire che lo sco,ntro di co·ncezioni al quale si è accennato si ma11ifesta co·ntinuamente. Nei documenti della programmazio,ne e nelle solenni affermazioni di principio si è sempre fatto· largo spazio ad ent1nciazioni in senso, « interventistico », mentre c'è una diff11sa pubblicistica impegnata a ripresentare questi problemi ed il loro andamento, come regolato da sovrane ed immutabili leggi, rispetto alle quali, o,vviamente, qualunque disco,rso· sugli strumenti per assicurare il credito agli investimenti appare come una imperdo,nabile stortura. Questo tipo di pubblicistica, che trova un certo asco,lto negli ambienti accademico-finanziari pitt tradizionali, non nega, in via di principio, l'opportunità degli incentivi e la adozione di misure rivolte a facilitare i finanziamenti alle attività industriali, e sembra volersi limitare ad una critica dei metodi e delle misure che vengono adottati. Ma quando si vanno ad analizzare queste critiche ci si accorge sovente che alla base di esse si trova, in effetti, un dissenso di fondo sul modo, di concepire la funzione del credito. Si può, ad esempio, partire dalla considerazione che « co,n l'accavallarsi e l'ingarbugliarsi delle situazioni, delle cause e degli effetti, la legislazione (in materia di credi tq speciale alla industria e al commercio) è venuta perdendo• a poco a poco il suo primario ed originario carattere di inquadramento· istituzionale della funzione creditizia, per assumere con sempre maggio,re evidenza un carattere frammentario· e settoriale » 7 ; e cl1e « l'incentivazio•ne attuata co•n il pragmatismo e con la vigente legislazione, non ha in realtà consentito la realizzazione degli obiettivi economici, finanziari, sociali che l'impostazione di politica eco·no.mica aveva a suo tempo prefissati ». Per giungere alla conclusione che « i mutamenti e i deterioramenti avvenuti nello specifico campo· della incentivazione creditizia sono effetti e causa della politicizzazione, in generale, della vita economica: sono cioè effetto e causa 6 Cfr. il documento Andreotti per la soluzione della crisi di governo ( « Il Fiorino » •del 22 luglio 1970). 7 Cfr. PAOLO PELLERI, Gli incentivi creditizi per lo sviluppo economico, « Cooperazione di Credito», n. 3, 1naggio-giugno 1967. Questo scritto rappresenta in forma esemplare la posizione di cui ci occupiamo e da esso sono tratti •i brani riportati nel seguito. 78 Bibiiotecaginobiahco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==