Saraceno e la politica economica nel dopoguerra Naturalmente, la persistenza e forse l'aumento del divari<J intercorrente tra problemi da risolvere e strumenti disponibili per la loro soluzione si devono anche all'inte11sità del progresso tecnico che si svolge in questa nostra epoca a un ritmo che nessuno di noi poteva allora, anche lontanamente, immaginare. Ma anche questa considerazione ci riporta al non risolto problema della programmazione come strumento capace di mantenere quanto più possibile sotto controllo gli effetti prodotti dal progresso tecnico, controllo che il nostro ordinamento è ben lontano dal possedere. A proposito, infine, di progresso tecnico, vorrei ritor11are sulla mia proposizione del 1948 che Rossi Doria ha citato a chiusura della sua esposizione. Osservai allora che le forze dotate di maggior potere, in quanto detentrici del controllo dei mezzi di produzione, non potevano avere interesse ad accettare il passaggio alla programmazione; un'azione programmata ha infatti inevitabilmente obbiettivi diversi da quelli che il sistema, se lasciato a se stesso, avrebbe conseguito. E osservavo quindi che se quelle forze avessero usato il potere di cui esse fruivan.o per ostacolare il passaggio ad un'economia programmata oppure per togliere all'azione programmata i suoi contenuti essenziali, si sarebbe resa inevitabile una estesa nazionalizzazione dei mezzi di produzione. L'esperienza compiuta negli scorsi anni deve indurci a dire oggi che non sarebbe corretto attribuire solo e neppure prevalentemente a una simile opposizione la nostra incapacità a procedere in modo programmatico, a procedere, in altri termini, co11 un_a chiara nozione dei fini da conseguire e degli strumenti da • • 1mp1egare. È anzitutto da tener presente che la resiste11za a farsi co11dizionare da un programma nasce non soltanto dall'impresa privata, ma anche dal vastissimo e multiforme mondo delle amministrazioni, degli enti e degli istituti che formano la sfera pubblica; è certo più attraente essere Ministro dei LL.PP. in un'economia non programrnata che in una economia programmata. Con quale ordinamento un ufficio del programma può ricondurre a unità tutta l'enorme congerie dei centri decisio11ali compone11ti la sfera pubblica è problema tutt'altro che risolto oggi e del tutto ignorato nelle discussioni che si riflettono nei miei saggi del tempo. · E vi è infine un'altra ancor più grave difficoltà, cui mi fa pe11sare il richiamo che Rossi Doria prima, Donat Cattin poi, hanno fatto, se ho_ben compreso, ·a situazioni ·di ritardo culturale. La deludente vicenda della progralI:lmazione italiana è certo dovuta an73 i.bliotecaginobianG -
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