Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

.. Saraceno e la politica econon1ica nel dopoguerra credo dovrebbe essere molto più sottile di quanto non sia stata la mia. Ma questo volevo dire a chiarimento di certe osservazioni. PASQUALE SARACENO. - Quanto è stato ora detto rinnova in me la commozione suscitata da Barucci, allorché, come risultato della sua ricerca, il periodo 1943-48 apparve come un ciclo a sé stante, entro il quale venivano a comporsi in modo unitario studi che pure erano stati svolti con obbiettivi molto vari, quali erano via via imposti dai drammatici eventi succedutisi in quegli anni. Mi è quindi caro unire, qui, nello stesso ringraziamento, lo storico che ha svolto quella ricerca e le personalità che stasera ne hanno esaminato il frutto, mettendo in luce, come protagonisti, oltre che come uomini di studio, nuovi e tanto rilevanti aspetti della recente storia del nostro paese. Certamente colpisce il fatto che possa essere considerato unitariamente il quinque11nio 1943-48; cioè un quinquennio che racchiude due periodi tanto diversi quali possono essere l'ultima fase di una guerra disgraziata e la prima fase del processo di ricostruzione reso necessario dall'esito di quella guerra. Il fatto è che con la fine del 1942, l'approssimarsi della catastrofe toglie ogni autorità a chi è formalmente investito del potere e, nello stesso tempo, suscita un fervore di ricerche, di scambi di idee, di progetti concreti su quello che potrà essere il futuro del nostro paese. Ciò permette, mi sembra, di far datare alla fine del 1942 l'inizio del confronto di idee che si rende possibile con la fine del fascismo. Ora, dai temi politici dibattuti nella fase finale del conflitto, l'interesse si sposta, con la fine della guerra, sui temi inerenti alle prime ricostruzioni fisiche dei beni distrutti e al rifornime11to di essenziali derrate alimentari e materie prime; e ciò è ben comprensibile nel sistema di rapporti creato dal regime di armistizio e i11 presenza del quadro desolante di distruzione lasciato dalla guerra. Superato però, a fine 1947, tale stato di crisi e assicurato, con gli aiuti Marshall, un equilibrio dei conti con l'estero, gli impegni politici sui quali tanto si era di~cusso prima della fine del conflitto non riescono più a imporsi in confronto dei problemi della crescita economica. Rossi Doria e Tremelloni hanno ·dato evidenza al consumarsi di questo ciclo, inevitabile nella fase drammatica dei primi affannosi programmi cosiddetti di primo aiuto, ma il cui andamento sarebbe potuto essere diverso nella fase· successiva, non vincolata all'urgenza dei ripristini e ai condizionamenti di un aiuto estero 69 ib iofecaginobianco -

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